Sala 25 Sala del Velo

Sala del Velo già Appartamento dei duchi d’Aosta, Sala da bagno, Gabinetto per la libreria, Gabinetto di trattenimento, Gabinetto delle garze.

Piccolo ambiente all’interno dell’appartamento della duchessa d’Aosta, presenta la volta caratterizzata da un velo drappeggiato su fondo azzurro che da il nome alla sala, la cui decorazione è opera dei fratelli Torricelli. Molto raffinata la decorazione che corre immediatamente sotto, e che presenta preziosi vasi, collane di perle alternate a spighe. Alle pareti, oggi del tutto scomparsa, una carta dal motivo rigato color blu argenteo, fornita come le altre, dal libraio torinese Carlo Maria Toscanelli nel 1794. Dalle fonti documentarie era previsto sistemare in questo ambiente “quattro gadreghe, due taboretti, e anche un letto alla turca, anche se non “sarà troppo praticabile per essere il sito alquanto angusto”. Nel 2004 è stata riposizionata una delle due sovrapporte opera di Antonio e Giovanni Torricelli, rappresentante Le tre grazie, mentre l’altra raffigurante Bacco e Arianna è andata perduta.

 

Lo sapevi?

Un velo per l’affresco

In merito a questa sala, definita anche come stanza di “trattenimento” della Duchessa d’Aosta o anche “Gabinetto delle Garze” vi sono due curiosità supportate dai documenti d’archivio inerenti ai pagamenti, la prima riguarda il raffinato velo che caratterizza la volta e che, venne dipinto partendo da “ fazzoletti di garza e n.9 di garza inglese di diverse qualità”, acquistati dal mercante Sorelli e Marentin per un totale di 39 lire “acciò q.ti se ne servissero di modello nelle pitture, che stanno eseguendo nella volta d’un gabinetto dell’appartam.to della prefata S.A.R., nel R. Castello di Rivoli”. L’altra curiosità riguarda l’arredamento della sala, destinata ad essere adibita a “Gabinetto di libreria” di cui esiste un elenco di “Mobili da provvedersi per il Reale Castello di Rivoli” con molta probabilità stilato per la Duchessa d’Aosta, molto attenta alla decorazione dei sui appartamenti. In questo ambiente si prevedeva di collocare quattro “cadreghe”, due “taboretti” e anche un “letto alla turca”, ma nell’elenco venne però fatto giustamente presente che questo spazio “non sarà troppo praticabile per essere il sito alquanto angusto”. Purtroppo poco ci è dato di sapere rispetto al reale stato dell’arredamento, in un regesto del 1846, non si citano mobili, ma la si chiama sala del bagno, la destinazione d’uso, infatti, era totalmente cambiata.