Amalassunta
Artista Osvaldo Licini
1950 c.
Anno di accessione ante 1993
Olio su tela, 72,5 x 92,5 cm
Collezione Fondazione Francesco Federico Cerruti per l’Arte
Deposito a lungo termine Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
Inv. CC.13.P.LIC.1950.A126
Provenienza: Collezione privata, Bergamo; Galleria Lorenzelli, Milano-Bergamo; Tornabuoni Arte, Firenze.
Esposizioni: Milano 1961 (p.n.n., n. 27, p.n.n., fig. 27); Bergamo 1969 (p.n.n., fig. 24, p.n.n., n. 24); Milano 1982 (p.n.n., n. 34); Milano 1987 (copertina, ill.).
Bibliografia: Marchiori 1968, p. 231, fig. 234, p.n.n., n. 328 (234); La Collezione Cerruti 2019, p. 70, ill.; Christov-Bakargiev 2021, vol. II, p. 864.
Delle due Amalassunte in Collezione Cerruti, quella su fondo verde fece parte del patrimonio della Galleria Lorenzelli sin dagli inizi dell’attività delle due sedi di Bergamo e Milano, a fine anni cinquanta, per essere poi ceduta dopo il 1982 al Centro Tornabuoni di Firenze.
Nell’opera di provenienza Lorenzelli lo spazio del cielo si satura di verde, come a raccogliere e riverberare i cromatismi e le profondità di un universo vegetale. Protagoniste sono le mani, l’una svettante da terra nell’atto di suggerire un’indicazione numerica, l’altra veleggiante ad accogliere nel palmo aperto l’imprimitura del disegno di un cuore. Come aveva sottolineato Licini in un testo programmatico del 1937, «la pittura è l’arte dei colori e dei segni. I segni esprimono la forza, la volontà, l’idea. I colori la magia. Abbiamo detto segni e non sogni»1.
[Maria Teresa Roberto]
1 O. Licini, Natura di un discorso (1937), ora in Licini 1974, pp. 101-102 (cit. p. 102).