Sans titre (Monstre)
Senza titolo (Mostro)
1939-1940 c.
Anno di accessione ante 1993
Inchiostro e acquerello su carta, 21,5 x 30 cm
Firma sul recto in basso a destra: «W[ols]»; titolo non autografo sul verso della cornice a destra: «MONSTRE»
Collezione Francesco Federico Cerruti per l’Arte
Deposito a lungo termine Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
Inv. CC.24.D.WOL.1932.A181
Provenienza: Galerie Drouin, Parigi; collezione privata.
Bibliografia: La Collezione Cerruti 2019, p. 74, ill.; Christov-Bakargiev 2021, vol. II, p. 838, ill.

«Quando, rannicchiato nel letto, prende la sua penna sottile e gli acquerelli, Wols non sa cosa che cosa andrà a disegnare. Mentre disegna, non sa che cosa sta disegnando. Quando finisce, guarda e non sa che cosa ha fatto. Ciascuno dei suoi disegni è un riflesso del Supremo attraverso il suo prisma interiore».
(Henri-Pierre Roché, 1945)
Nel dicembre 1945 la Galerie Drouin di Parigi presentò i disegni a inchiostro realizzati a partire dal 1941 da Alfred Otto Wolfgang Schulze, che utilizzava la forma contratta del suo nome («Wols») per firmare le proprie opere. La presentazione di Henri-Pierre Roché, che aveva conosciuto Wols nel 1942 a Dieulefit, il centro nel sud della Francia dove entrambi avevano trascorso gli ultimi anni di guerra, indicava i due poli entro i quali la ricerca dell’artista tedesco si era sviluppata, la reinvenzione di temi onirici nel solco del Surrealismo e la transizione a una tormentata autonomia del segno, svincolata da ogni riferimento figurale:
«Che cosa fa Wols? Si immerge al fondo di se stesso come un palombaro e la sua mano disegna una traccia di tutto ciò che vede: tele di ragno, graminacee, foreste di alghe, orologi, molluschi, città-montagna, battelli-casa, isole, macellerie-gioielleria, attrazioni, fessure, grumi di spavento. […] Quando, rannicchiato nel letto, prende la sua penna sottile e gli acquerelli, Wols non sa cosa che cosa andrà a disegnare. Mentre disegna, non sa che cosa sta disegnando. Quando finisce, guarda e non sa che cosa ha fatto. […] Ciascuno dei suoi disegni è un riflesso del Supremo attraverso il suo prisma interiore»1.
Nel 1946 Wols iniziò a esplorare le possibilità della pittura a olio e l’anno successivo espose da Drouin i primi dipinti. «Wols ha polverizzato tutto – scrisse anni dopo Georges Mathieu a proposito di quella mostra –. Dopo Wols, tutto è da rifare»2. Il definitivo riconoscimento critico giunse nella primavera del 1951, quando nella collettiva «Véhémences confrontées» Michel Tapié presentò, come recitava il cartoncino d’invito, «le tendenze estreme della pittura non figurativa in Italia, America e Parigi – Bryen Capogrossi De Kooning Hartung Mathieu Pollock Riopelle Russell Wols».
Alla morte di Wols, nel settembre 1951, gli acquerelli di matrice surrealista realizzati tra il 1937 e il 1941, di cui l’opera in Collezione Cerruti è un esempio, non erano mai stati esposti a Parigi, ma solo a New York, nel 1942, nella galleria di Betty Parson, dove la scrittrice Kay Boyle ne aveva portati alcuni direttamente dalla Francia occupata, nella speranza di sostenere la richiesta di Wols di un visto per gli Stati Uniti3.
Giunto a Parigi da Berlino su consiglio di László Moholy-Nagy nel 1932, non ancora ventenne, Wols si era avvicinato al Surrealismo grazie alle amicizie della compagna Gréty Dabija e aveva sviluppato l’interesse per la fotografia coltivato fin dall’adolescenza. Nelle prime opere su carta il biomorfismo, i processi metamorfici, la precisione dei particolari rinviano ai collages di Max Ernst dei primi anni venti, ai cadavres exquis, ai disegni di Yves Tanguy, ma anche a Paul Klee, agli oggetti surrealisti, alle inquadrature fotografiche di Brassaï e Hans Bellmer, oltre che dello stesso Wols.
Tranne che per poche eccezioni, le sue opere sono firmate ma non datate, né contengono indicazioni di titoli. Le titolazioni, ove presenti, sono state definite dopo la morte dell’artista, in molti casi da Gréty Wols, mentre una prima cronologia degli acquerelli è stata proposta da Werner Haftmann nel 19634 e poi integrata o discussa in successive occasioni espositive5.
Questo acquerello, passato dalla Galerie Drouin e documentato in Collezione Cerruti fin dal 1993, può essere riferito al periodo 1939-1940, quando Wols, internato in uno dei campi di detenzione allestiti in Francia nel settembre 1939 per i cittadini di origini tedesche, dilatava l’orizzonte dei suoi paesaggi onirici, e li affollava di torri e ciminiere, di riferimenti erotici venati di humour nero, di battelli dalle vele spiegate che solcano mari chiusi o si arenano tra campi e colline.
[Maria Teresa Roberto]
1 H.-P. Roché, Extraits de notes sur Wols, in Parigi 1945-1946, p.n.n., trad. dell’autrice.
2 Mathieu G. 1963, p. 35, trad. dell’autrice.
3 Si veda Boyle 2015, pp. 347-350.
4 Haftmann 1963.
5 Ginevra 1971; Berlino 1973; Brema 1985; Zurigo- Düsseldorf 1989-1990; Ravensburg 1997; Amburgo-Basilea-Esslingen-Dresda 2000-2001; Parigi 2020b.