Scherzo: uova (Le uova sulla tavola) (Le uova sul tappeto verde)

Artista Felice Casorati

1914 c.

Anno di accessione 1993-1999

Tempera su cartone, 49 x 59 cm (senza cornice); 54,7 x 65 x 3,6 cm (con cornice)

Firma e data in basso a destra: «F. Casorati 1914»

Collezione Fondazione Francesco Federico Cerruti per l’Arte

Deposito a lungo termine Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino

Inv. CC.23.D.CAS.1914.A81

Provenienza: Collezione privata (A.B.), Torino; Luigi Carluccio, Torino.

Esposizioni: Roma 1915 (p. 42, n. 3); Verona 1918a (n. 48, con il titolo Le uova sulla tavola); Verona 1918b (n. 11); Torino 1918 (p. 9, n. 33, con il titolo Le uova sulla tavola e la data 1915); [Venezia 1919, p. 44, n. 242, con il titolo Le uova];  Torino 1964a (n. 30, ill.); Verona 1971 (p. 23, n. 37, ill.); Acqui Terme 1973 (n. 3, ill.); Firenze 1976-1977 (n. 10); Ferrara 1981a (n. 10); Roma 1983a (pp. 8, 17, ill.); Genova 1984 (n. 51, con il titolo Uova sulla tovaglia verde); Torino 1985a (pp. 35, 62-64 n. 3, ill.); Verona 1986 (n. 45); Milano-Düsseldorf 1990 (pp. 29-34, 60, n. 12, ill.); Aosta 2004 (p. 76, n. 7); Ravenna-Trieste 2007 (p. 76, ill.).

Bibliografia: Fiumi 1919, p. 70 (con il titolo Le uova sulla tavola); Gobetti 1923, p. 95 (con il titolo Le uova sul tappeto verde); Nasalli Rocca 1923; Venturi L. 1923, pp. 244, 246, 254, ill. (con il titolo Uova sulla tavola e la data 1913); Bernardi 1937a; Cremona 1940, p. 19; Galvano 1940, pp. 14, 16; Galvano 1947, pp. 15, 17; Carrieri 1950, p. 177, n. 211, ill.; Carluccio 1964, p. 21, n. 23, ill.; Carluccio 1966; Mila 1973, p. 74; Valsecchi 1977, p. 10; Carluccio 1980, p. 31; Dragone A. 1984, n. 2, ill.; Dragone A. 1986, p. 109; Venezia 1989, p.620, ill.; Bertolino, Poli 1995, pp. 209-210, n. 114, ill.; F. Poli, Felice Casorati. Note di lettura, in Torino 1996a, p. 28, ill.; G. Bertolino, Dal repertorio di oggetti alle prime nature morte (1910-1920), in Iseo 1997, p. 20, ill.; Bertolino, Poli 2004, p. 127, n. 114; G. Bertolino, Come deve essere una sala da esposizione? La funzione di Ca’ Pesaro nella carriera di Felice Casorati, in Portinari 2018, p. 117; La Collezione Cerruti 2019, p. 67, ill.

Emblema araldico della pittura di Felice Casorati, l’uovo compare per la prima volta nel 1914 in questo dipinto dal valore di matrice.

Emblema araldico della pittura di Felice Casorati, l’uovo compare per la prima volta nel 1914 in questo dipinto dal valore di matrice. Con il titolo Scherzo: uova fu presentato in occasione della mostra personale dell’artista alla «Terza Esposizione Internazionale d’Arte della Secessione», a Roma nel 1915, insieme ad altri due Scherzi: marionette1 e il perduto Fiordalisi. Nell’elenco pubblicato fra le pagine del catalogo romano, i tre titoli erano posti tra parentesi, come a ribadire il carattere di intermezzo, di esperimento giocoso e vivace, associato alla forma musicale dello scherzo. Nel dipinto della Collezione Cerruti, quell’esplicito richiamo al suono è tradotto dal pittore, pianista dilettante, in una partitura. Costruita sul contrappunto, è ottenuta dalla giustapposizione di una costellazione di ventidue uova su una tovaglia a motivi circolari. Contornate da una sottile linea azzurra, le ellissi bianche galleggiano sulla texture a bolli verde malachite su fondo indaco, riverberati dalla fuga prospettica in un’eco potenzialmente infinita. L’effetto ottico quasi astratto è intensificato dall’impiego della tempera, dalle tonalità opache e minerali dei pigmenti. Tra le opere esposte nella sala romana, questa singolare natura morta dovette funzionare come una sorta di «terzo movimento», una libera fantasia all’interno dell’insieme che, oltre agli Scherzi, comprendeva un gruppo di Composizioni e due sculture in terracotta verniciata2.

Nato a Novara, vissuto con la famiglia a Padova e a Napoli, al seguito del padre ufficiale di carriera, Felice Casorati si dedica alla pittura dopo una laurea in giurisprudenza. Quando espone alla Secessione del 1915 abita a Verona e gravita su Venezia, la città dove ha debuttato alla Biennale del 1907 e dove in questi anni frequenta la cerchia degli artisti di Ca’ Pesaro: Tullio Garbari, Gino Rossi, Arturo Martini, Ubaldo Oppi, Pio Semeghini e il direttore Nino Barbantini. È proprio nel rapporto con questa istituzione, votata alla promozione dei giovani e all’innovazione del formato della mostra e dell’allestimento, che Casorati trova la possibilità di un’interlocuzione critica, assimilando spunti e modelli utili alla ricalibratura di uno stile che ha messo a punto da autodidatta, passando dal naturalismo degli esordi a un simbolismo d’ispirazione klimtiana, suggellato dall’immagine notturna e pullulante della Via Lattea, titolo di una serie di dipinti e di incisioni e di una piccola rivista che ha fondato nel 1914.

La guerra, combattuta al fronte, in Trentino, lo allontana dalla pittura: la capienza inventiva delle Uova, che erano state un fulcro della sala romana, resta silente e inattiva per quattro anni, per poi riemergere nel 1918 alle pareti di due esposizioni veronesi e poi di una mostra al Circolo degli Artisti di Torino, la città dove ha deciso di trasferirsi dopo il suicidio del padre, avvenuto nel 1917. Casorati ricapitola se stesso, trovando nella sequenza delle Uova (ribattezzate Le uova sulla tavola), delle Marionette e dei Giocattoli del 19153, il punto da cui ricominciare, il nucleo su cui innestare un nuovo ciclo di lavoro. «Credo che queste nature morte (castigo allo spirito) siano proprio mie e che [si] ritrovi in esse il germe di quanto ora produco»4, scrive nel 1919 in una lettera all’amico, poeta e scrittore d’arte Lionello Fiumi che, nel coglierne il ruolo all’interno dell’itinerario di ricerca, intravvede in quelle «vivacissime nature morte» la risoluzione della decorazione e dell’arabesco in «dissonanze audacissime, armonizzate da maestro»5.

Le Uova del 1914 sono il più diretto antefatto delle Uova sul cassettone del 19206, una delle opere-icona dell’arte di Casorati: «La mano del pittore risuscita dall’inerzia una, due, tre, numerose ellissi che non gli si sono disseccate dentro […]. Il ricordo delle prime “Uova sul tappeto verde” si solidifica in queste altre “Uova” […] accoglie la luce, dà un’ombra», come scriverà il critico e artista Italo Cremona nel 19427.

Esposta nella postuma di Casorati alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino nel 1964, la tempera è scelta per la copertina della monografia pubblicata in quello stesso anno da Luigi Carluccio. Parte della collezione personale del critico, Le uova sul tappeto verde (secondo la titolazione introdotta da Piero Gobetti già nel 1923) rappresentano un importante tassello negli studi dedicati al Casorati prima di Torino, promossi nel 1983-1984 da Federico Riccio e Angelo Dragone alla Galleria Le Immagini di Torino e a Palazzo Bianco a Genova8, quindi da Sergio Marinelli con la mostra al Museo di Castelvecchio a Verona9. Entrano nella scansione canonizzata dalle ricerche scientifiche di Maria Mimita Lamberti e Paolo Fossati, compiute per le antologiche del 1985 a Torino e del 1990 a Milano, itinerante a Düsseldorf, e nell’ordinamento del Catalogo generale del 1995. Acquisito da Francesco Federico Cerruti nel corso degli anni novanta10, il dipinto del 1914 si unisce a Mattino del 1919-1920 e a Bambino nello studio del 1937, già presenti nella raccolta, conferendo al nucleo casoratiano un’estensione cronologica che coglie e documenta i passaggi salienti della ricerca dell’artista.

[Giorgina Bertolino]

1 Bertolino, Poli 1995, pp. 207-208, n. 108.

2 Tra le Composizioni esposte, oltre a Scherzo: uova e Scherzo:
marionette
, sono identificabili Due figure, Composizione: figure sulla collina (Bertolino, Poli 1995, pp. 208 n. 109, 208-209 n. 110) e le sculture Ada e Maschera rossa (Bertolino, Poli 2004, pp. 65-66, nn. 8SC e 6SC). A oggi dispersi i dipinti Collana verde e Scherzo: fiordalisi.

3 Bertolino, Poli 1995, pp. 211-212, n. 119. Il titolo Uova, con l’indicazione «tempera», compare nel catalogo della mostra veneziana di Palazzo Pesaro dell’agosto 1919 (Venezia 1919, p. 44, n. 242), insieme a Marionette e Giocattoli. Benché a questa data Casorati abbia già dipinto una seconda versione delle uova (Uova sul tavolo, in Bertolino, Poli 1995, p. 220, n. 138), è verosimile che anche in questo caso abbia scelto di riproporre lo Scherzo del 1914, ricomponendo il «trittico» già presentato a Torino nel 1918.

4 Lettera di Felice Casorati a Lionello Fiumi, 18 settembre 1919 ora in Bologna G. [2015], s.p.

5 Fiumi 1919, p. 70.

6 Bertolino, Poli 1995, pp. 230-232, n. 162.

7 Cremona 1942, s.p.

8 La mostra Casorati prima di Torino, inaugurata nell’aprile 1983 alla Galleria Le Immagini di Torino, curata da Federico Riccio e introdotta in catalogo da un saggio di Angelo Dragone, riporta l’attenzione sulla produzione dell’artista negli anni trascorsi a Padova, Napoli e Verona. Le uova del 1914, non presenti a Torino, sono invece esposte nel successivo passaggio della mostra a Palazzo Bianco a Genova nel gennaio-febbraio 1984.

9 Verona 1986.

10 Con ogni probabilità dopo il 1993, considerato che il dipinto non figura nell’Inventario dei beni mobili e immobili di Villa Cerruti, datato al 30 giugno di quell’anno.