Ed Atkins

27 settembre 2016 – 29 gennaio 2017

a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio

Concepita come un’installazione olistica, questa mostra è stata specificatamente pensata da Ed Atkins (Oxford, 1982) per gli spazi del nostro museo. L’aspetto spettrale delle sale del sottotetto del castello del diciottesimo secolo – caratterizzato da soffitti di travi in legno a vista – è accentuato dall’assenza di divisioni tra gli ambienti che ospitano i video. La cacofonia che si forma e si dissolve allo stesso tempo, è immaginata dall’artista come la coabitazione di singoli individui e pensieri in un cervello sognante: se l’istituzione fosse un corpo, allora il sottotetto sarebbe il subconscio dove desideri profondi si scontrano e frustrano a vicenda.

Allestita in cinque sale, la mostra presenta le video installazioni Even Pricks (Anche i cazzoni), 2013, Warm, Warm, Warm Spring Mouths (Calde, calde, calde sorgenti), 2013, Happy Birthday!!! (Buon compleanno!!!), 2014, Ribbons (Nastri), 2014 e Hisser (Sibilatore), 2015, donato alla nostra collezione permanente. In questi lavori l’artista investiga la condizione esistenziale della vita contemporanea filtrata dall’interazione tra corpo e tecnologia. Qui l’animazione, la figurazione letteraria, la musica, la performance, appaiono come un tentativo ossessivo di rappresentare la corporeità con fedeltà grottesca. Il lavoro di Atkins è allo stesso tempo una diagnosi disturbante della vita mediata dal digitale e un’assurda profezia delle cose a venire. Ambivalente verso le promesse della tecnologia, il lavoro suggerisce la possibilità di salvare la soggettività attraverso un sincero spettacolo burlesque di amore e odio, nella sospensione di un sentimentalismo isterico che caratterizza le vite disperate dei personaggi virtuali creati dall’artista.

Tra il 2002 e il 2005, Ed Atkins frequenta il Central Saint Martins College a Londra. Studia nel dipartimento “4D”, concentrandosi sulle immagini in movimento, sulla performance e sul suono. Fino al 2006 collabora con Sally-Ginger Brockbank. In seguito al corso di laurea alla Slade School of Fine Art, Atkins inizia a scrivere regolarmente, sviluppando uno stile critico personale e intimo, che gli consente di modulare il tono con cui le sue opere si rivolgono al pubblico, secondo anche la poetica del bathos – quello stile caratterizzato da bruschi cambiamenti che dal sublime scivolano intenzionalmente alla banalità più ridicola. Comincia a realizzare video al computer con l’aiuto di Internet, avvalendosi della pirateria digitale e dei modi di produzione alimentati
 dai contemporanei sistemi operativi, adottando una combinazione di tagli veloci, viscerali e un montaggio fluido, ispirato alla tecnica cinematografica strutturalista e ai cliché hollywoodiani. Nel 2009, poco prima della laurea alla Slade, suo padre Philip si ammala di cancro e muore. Pensare alla morte, all’amore, al lutto e alla mascolinità è parte dell’esperienza che state per fare.

La mostra è organizzata in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, dove una sezione del progetto – Safe Conduct (Salva condotto), 2016  –  è installata.