John McCracken

22 febbraio 2011 - 19 giugno 2011

a cura di Andrea Bellini

 

Curata da Andrea Bellini e allestita nel grande spazio della Manica Lunga, la retrospettiva di John McCracken è sviluppata in stretta collaborazione con l’artista e presenta circa sessanta lavori storici a partire dalle prime tele degli anni Sessanta, le sculture bicrome della metà degli anni Sessanta e i dipinti della serie Mandala degli anni Settanta, fino a lavori più recenti come Wonder e Fair, 2010, realizzati dall’artista appositamente per questa rassegna. La mostra è realizzata grazie al contributo della Fondazione CRT.

Tra i maggiori esponenti storici del Minimalismo americano, John McCracken vede l’arte come mezzo per una esperienza spirituale, alta e misteriosa, e i suoi lavori come prototipi di un mondo a venire in cui regna assoluta bellezza. McCracken, attraverso l’originalità della sua visione artistica, rivela la vera complessità di quello che genericamente chiamiamo Minimalismo. L’artista è divenuto noto per ciò che egli definisce “blocchi, lastre, colonne, assi. Belle forme basilari, forme neutre.” Il punto di partenza per tali “forme neutre” è l’oggetto minimalista o la struttura primaria come il cubo o la tavola. Eseguite in legno compensato e successivamente ricoperte di fibra di vetro e resina di poliestere, declinate in colori vividi, le forme neutre si trasformano in un oggetto che coniuga le tendenze anti-illusionistiche del Minimalismo con i colori dell’industria automobilistica e con l’idea di uno spazio mentale e immateriale.

Noto soprattutto per le proprie sculture, McCracken in seguito evolve il proprio lavoro a partire dai dipinti della serie Mandala degli anni Settanta, opere che hanno portato la critica a confrontarsi in modo inedito con la sua produzione artistica. La rassegna, realizzata grazie al contributo della Fondazione CRT e appositamente concepita per i grandi spazi della Manica Lunga del Castello, copre l’intero arco della produzione artistica di John McCracken. La mostra segue un ordine cronologico attraverso il percorso allestito nel singolare ambiente castellamontiano del museo, dove vengono scanditi i passaggi e le diverse fasi della ricerca dell’artista. La retrospettiva si apre con una prima sezione dedicata ai lavori pittorici, mentre una seconda è dedicata alle opere bidimensionali derivate dai lavori precedenti, ossia le prime sculture e i primi oggetti dell’artista, alcuni dei quali richiamano elementi architettonici arcaici o egizi. Seguono un’ importante serie delle celebri Planks e una sezione dedicata ai Mandala. La rassegna si conclude con opere degli ultimi anni che includono, tra le altre, sculture a parete e alcuni monoliti. Il percorso espositivo si apre e si chiude virtualmente con due imponenti ed emblematiche opere inedite in acciaio specchiante, Wonder e Fair, entrambe del 2010, realizzate appositamente per la retrospettiva al Castello di Rivoli.