Alan Charlton

Alan Charlton ha affermato di essere un artista che dipinge quadri grigi. In questa che è una delle poche dichiarazioni che ha rilasciato nel corso della sua carriera, è sintetizzata tutta la coerenza della sua ricerca linguistica. Formatosi alla scuola d’arte di Sheffield si è perfezionato alla Royal Academy a Londra. Nel 1968, nel corso dell’annuale esposizione degli studenti dell’accademia, realizza il suo primo quadro grigio che verrà rifiutato e non sarà presentato nell’ambito della mostra. Questa esperienza anziché distoglierlo dal suo linguaggio espressivo lo esorta a proseguire con coerenza nel cammino intrapreso. Nel 1972 la sua prima mostra alla galleria Konrad Fischer a Düsseldorf dove espone solo quadri grigi operando una scelta radicale in favore di questa componente cromatica. Il grigio è l’unico colore utilizzato da Charlton nel corso della sua carriera e l’unico colore che contempla nella sua tavolozza, e la stesura monocroma l’unico modo in cui lo tratta. L’intero sistema della pittura è ridotto al monocromo e l’intero repertorio linguistico limitato a una stesura uniforme e compatta. L’artista compie una scelta consapevole in favore di un’assoluta impersonalità del linguaggio attraverso un radicale azzeramento di ogni componente espressiva. Lo spazio, l’attesa e il silenzio sono all’origine della sua pittura e i suoi quadri, rifiutando di aspirare a una condizione trascendente, sono fortemente radicati nella realtà. L’arte di Alan Charlton vibra nell’intensità del ritmo e delle battute, vive nello scambio e nel rapporto dialettico che instaura con l’ambiente e lo spazio circostante. Le opere in collezione appartengono a diversi periodi storici, e con chiarezza definiscono la coerenza intellettuale che contraddistingue questo artista da sempre intento a realizzare un quadro grigio in continua metamorfosi, in evoluzione. In Single Panel Painting (Pannello singolo), 1977, la struttura e la logica interna del dipinto si specchia nella predilezione di Charlton per i moduli elementari e le composizioni basilari (il quadrato, il rettangolo). La sottrazione di una qualsiasi figurazione all’interno della tela e un segno impersonale che nella sua essenzialità ricerca la purezza dell’immagine si identifica in un equilibrio assoluto che conferisce identità all’opera. Multiple Line Painting (Linea multipla), 1984, è costituito da diciotto pannelli orizzontali disposti equidistanti a cinque centimetri l’uno dall’altro. Il dipinto attraverso la ripetizione seriale dello stesso identico modulo interagisce con la parete di supporto e ne scandisce la spazialità instaurando un rapporto dialettico con l’ambiente circostante. In anni più recenti l’artista sperimenta all’interno di un’unica opera l’accostamento di differenti tonalità di colore come testimonia Five Vertical Parts (Two Greys) (Cinque parti verticali – Due grigi), 2001.

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