Emily Jacir
(Ramallah, Palestina, 1970)
Nella video installazione ENTRY DENIED (a concert in Jerusalem) (INGRESSO NEGATO – un concerto a Gerusalemme), 2003, tre musicisti sono ripresi mentre suonano in un teatro. Per loro non ci sono applausi, in quanto il concerto avviene in assenza di pubblico. La loro performance è stata organizzata da Emily Jacir a Vienna.
A proposito delle origini dell’opera, l’artista dichiara: “I cittadini austriaci Marwan Abado, Peter Rosmanith e Franz Hautzinger sono stati invitati a esibirsi il 25 luglio 2003 a Gerusalemme e il 26 luglio a Betlemme nell’ambito della serie di concerti del 12° Jerusalem Festival – Songs of Freedom, organizzato da Yabous Productions. Marwan Abado, di origine palestinese, è stato invitato ufficialmente dall’Ambasciata austriaca a Tel Aviv e dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo. Prima del suo arrivo ha ottenuto un visto dal Ministero degli Esteri israeliano a Vienna. Il 20 luglio 2002 Abado è arrivato all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv ed è stato immediatamente fermato dalle autorità israeliane. Dopo essere stato trattenuto per 24 ore nella prigione dell’aeroporto (un rappresentante dell’Ambasciata austriaca, venuto ad accoglierlo, è rimasto con lui durante questo periodo), la sicurezza israeliana ha annullato il suo visto e Abado è stato messo sul primo aereo per Vienna. Gli è stato negato l’ingresso in Israele per ‘motivi di sicurezza’. Non sono state fornite ulteriori spiegazioni. Pochi giorni dopo, la stessa cosa è accaduta ai musicisti Black Umfolosi dello Zimbabwe, che avrebbero dovuto partecipare alla stessa serie di concerti. Quale minaccia rappresentano i musicisti per la sicurezza di Israele? Abado è una delle centinaia di persone provenienti da tutto il mondo – registi, artisti, medici, avvocati, studenti, funzionari governativi, operatori dei diritti umani ecc. – a cui è stato rifiutato l’ingresso da Israele ufficialmente per motivi di ‘sicurezza’. In un teatro vuoto di Vienna, ho chiesto a Marwan e ai suoi musicisti di eseguire il concerto esattamente come avrebbe dovuto svolgersi a Gerusalemme, come se fossero a Gerusalemme”. Secondo le indicazioni di Jacir, il video viene proiettato su una struttura appositamente costruita, una parete temporanea posizionata in una zona di passaggio nello spazio museale.
Come altre opere dell’artista, ENTRY DENIED prende spunto da fatti reali ed eventi storici che l’artista libera dal silenzio e ricontestualizza nella realtà attuale. Politica e personale, l’arte di Jacir racconta l’esperienza collettiva palestinese attraverso storie individuali che a volte comportano un coinvolgimento in prima persona dell’artista. Tematiche riguardanti processi di resistenza, movimento e migrazione, e i modi in cui si inscrivono nel tempo o nello spazio geografico, sono al centro della sua pratica, che comprende un’ampia gamma di media, che include film, video, fotografia, scultura, installazione e performance. [MB]