Gordon Matta-Clark
Figlio del pittore surrealista Roberto Matta, come il padre inizialmente studia architettura, dimostrando decisa avversione nei confronti del programma di impronta modernista alla base dell’insegnamento universitario. È però nell’ambiente della sua università, la Cornell University, che incontra Robert Smithson, le cui teorie relative ai luoghi, non-luoghi e all’entropia si riveleranno particolarmente significative nel suo percorso.
L’intensa carriera artistica di Matta-Clark si situa tra il 1971 e l’anno della sua prematura scomparsa avvenuta nel 1978. In questo breve lasso di tempo, l’artista interviene su edifici dismessi operando tagli, realizzando buchi oppure eliminando muri o altri elementi architettonici. Queste investigazioni, che in alcuni casi assumono proporzioni monumentali, vengono condotte su edifici destinati a essere distrutti, che l’azione dell’artista trasforma in commenti riguardanti l’inevitabile temporalità dell’architettura e il sovvertimento dei suoi principi basilari. L’edificio manipolato crea le condizioni per nuove prospettive, diventando luogo di inedite vedute vertiginose, telescopiche e periscopiche. Gli interventi vengono documentati dall’artista con fotografie, film e video, che egli intende anche come espressioni artistiche indipendenti e che, insieme ai frammenti prelevati da alcuni edifici, rimangono le sue uniche opere oggi visibili.
Fin dall’inizio, Matta-Clark chiarisce la natura del proprio progetto artistico paragonando i propri tagli sugli edifici a “manipolazioni sulla sintassi”. Questa metafora chiarisce che l’artista non intende il proprio gesto come un’azione distruttiva. Piuttosto, ciascun intervento costituisce innanzi tutto una sfida all’idea di spazio fisso connaturato al concetto di architettura, aprendo lo spazio edificato alla mobilità, al dialogo con la luce e all’intera gamma delle possibili condizioni atmosferiche la cui percezione risulta drammaticamente acuita.
Al tempo stesso, la violenza dell’azione e la pesantezza dell’apparato meccanico necessario a ciascun progetto possono essere letti come precisi commenti sulla presunta inviolabilità dello spazio domestico e sono stati ricondotti alla personale vicenda biografica dell’artista, e alla sua conflittuale relazione con il padre. In ogni caso, molti dei progetti di Matta-Clark sono effettivamente condotti su abitazioni private, costruite in zone urbane oppure limitrofe alle grandi città. L’azione dell’artista implica quindi un preciso commento di natura sociale che concerne il rifiuto di uno spazio abitativo modulare, chiuso e isolato, che trasforma i propri abitanti in prigionieri virtuali.
L’idea di formazione di uno spirito comunitario è rintracciabile in alcuni progetti dell’artista che includono il suo impegno nei confronti del ristorante “Food” (Cibo), aperto nel 1971, che a Soho funzionò quale luogo di incontro per la comunità artistica locale. Con analogo interesse nei confronti di un’arte capace di innescare e aumentare le occasioni di scambio sociale, Matta-Clark organizza diversi eventi e sviluppa progetti che prevedono il diretto coinvolgimento della comunità o del pubblico. L’artista è stato anche membro del collettivo di artisti Anarchitecture, i cui incontri e progetti indagavano spazi ignorati dal linguaggio dell’architettura tradizionale. [M.B.]
Elenco opere
Program One (Programma uno), 1971
video, bianco e nero, sonoro, 60’
Acquistato con il contributo di Compagnia di San Paolo
Chinatown Voyeur (Osservatore del quartiere cinese), 1971
bianco e nero, sonoro, 60’
Il video è un viaggio tra gli edifici che caratterizzano il quartiere di Chinatown a New York. Visioni di esterni si alternano a immagini di spazi interni. Questi ultimi sono ripresi come frammenti di vita, con l’occhio del voyeur che scruta il privato altrui.
Program Two (Programma due), 1971-1972
riversato da film super-8 e 16mm, bianco e nero, colore, muto, 50’32”
Acquistato con il contributo di Compagnia di San Paolo
Tree Dance (Danza dell’albero), 1971
riversato da film 16 mm, bianco e nero, muto, 9’32”
Il video riguarda una performance ispirata dai rituali della fertilità primaverile, realizzata su strutture temporanee costruite in cima a un grande albero.
Open House (Casa aperta), 1972
riversato da super-8, colore, muto, 41’
In una strada di Soho, un container per rifiuti viene trasformato dall’artista in una serie di spazi percorribili impiegando porte e altri residui lignei di edifici. Il video è girato in un giorno di pioggia, nel corso di un’inaugurazione-performance improvvisata da Matta-Clark ed altri artisti suoi amici.
Program Three (Programma tre), 1971-1975
Riversato da film super-8 e 16mm, bianco e nero, colore, muto e sonoro, 45’45”
Acquistato con il contributo di Compagnia di San Paolo
Fire Child (Bambino di fuoco), 1971
riversato da film super-8, colore, muto, 9’47”
Il film documenta la creazione di un muro realizzato con rifiuti, inclusa carta e lattine, che l’artista presenta come contributo alla mostra “Brooklyn Bridge Event”.
Fresh Kill (Appena demolito), 1972
riversato da film 16 mm, colore, sonoro, 12’56”
Il film documenta la distruzione del camion dell’artista, da lui soprannominato “Herman Meydag”. L’azione è compiuta da un bulldozer all’interno di una discarica.
Day’s End (La fine del giorno), 1975
riversato da film super-8, colore, muto, 23’10”
Tagli fatti sul soffitto e sulle pareti di un monumentale capannone trasformano lo spazio in una sorta di ambiente sacro, all’interno del quale la luce solare diventa protagonista. L’intervento è praticato su un edificio dimesso, situato nei pressi del Meat Packing District a New York. Al momento dell’intervento, la zona, una volta brulicante di attività commerciale, risultava abbandonata.
Program Four (Programma quattro), 1973
video, bianco e nero, sonoro 61’30”
Acquistato con il contributo di Compagnia di San Paolo
Sauna View (Veduta della sauna), 1973
video, bianco e nero, sonoro, 61’30”
Alcuni amici dell’artista chiacchierano mentre fanno la sauna. L’immagine è ripresa dall’esterno ed è intenzionalmente non-descrittiva, privilegiando piuttosto l’idea di frammento.
Food (Cibo), 1972
riversato da film 16mm, bianco e nero, sonoro, 43’
Acquistato con il contributo di Compagnia di San Paolo
Il video documenta la quotidianità di “Food”, il ristorante che divenne il principale punto di incontro per gli artisti a Soho nel corso degli anni Settanta, all’interno del quale era possibile mangiare o assistere a eventi incentrati sulla presentazione di cibi non necessariamente commestibili. Il locale era gestito da una cooperativa di artisti tra cui Matta-Clark e la sua compagna Caroline Goodden, ballerina e fotografa. Il disegno dello spazio è soprattutto opera di Matta-Clark, che in questi anni è anche l’organizzatore di diversi eventi tenuti nel locale.
Program Five (Programma cinque), 1972-1976
riversato da film 16mm, bianco e nero, colore, muto e sonoro, 60’50”
Acquistato con il contributo di Compagnia di San Paolo
Automation House (Casa dell’automazione), 1972
riversato da film 16 mm, bianco e nero, sonoro, 32’
La telecamera fissa inquadra diverse riprese di superfici come vetri o specchi che riflettono movimenti di persone.
Clockshower (Doccia dell’orologio), 1973
riversato da film 16 mm, colore, muto, 13’50”
Il film documenta l’azione performativa dell’artista che, sospeso nel vuoto, si fa la doccia, si lava i denti e si sbarba. L’azione avviene nell’inedito spazio aereo antistante al grande orologio della Clocktower a New York.
City Slivers (Schegge di città), 1976
riversato da film 16mm, colore, muto, 15’
Adottando punti di vista non-descrittivi, l’artista si concentra su scorci architettonici della città di New York. Il film, privo di sonoro, è stato inizialmente concepito per essere proiettato sulla facciata esterna di un edificio.
Program Six (Programma sei), 1974-1976
riversato da film super-8 e 16mm, bianco e nero, colore, muto e sonoro, 50’30”
Acquistato con il contributo di Compagnia di San Paolo
Splitting (Dividere), 1974
riversato da film super-8, bianco e nero, colore, muto, 10’50”
Nel corso di diversi mesi l’artista realizza due profondi tagli verticali su una tipica abitazione unifamiliare dei sobborghi in New Jersey. Abbassando il livello dei muri che costituiscono le fondamenta, il volume dell’abitazione risulta diviso in due metà da una stretta sezione triangolare e la luce del sole può passare attraverso la lunga fessura. Il film è sia documento dell’evento performativo sia lavoro autonomo.
Bingo X Ninths (Bingo X noni), 1974
riversato da film super-8, colore, muto, 9’40”
Come nel gioco del Bingo, ma seguendo la logica opposta, l’artista rimuove progressivamente sezioni della facciata di una casa vicino alle Cascate del Niagara. L’azione inizia dividendo l’edificio in una griglia composta da nove sezioni.
Substrait (Underground Dailies) (Sottostrato – Quotidianità del sottosuolo ), 1976
riversato da film 16 mm, bianco e nero, colore, sonoro, 30’
Il film esplora alcuni siti sotterranei di New York. I luoghi includono tunnel ferroviari, l’acquedotto, condotti fognari e i sotterranei di una chiesa.
Program Seven (Programma sette), 1974-1977
riversato da film super-8 e 16mm, bianco e nero, colore, muto e sonoro, 44’
Acquistato con il contributo di Compagnia di San Paolo
Conical Intersect (Intersezione conica), 1975
riversato da film 16 mm colore, muto, 18’40”
A Parigi, l’artista interviene su due edifici gemelli del XVII secolo, congiungendoli in una sorta di nodo formato da cerchi attorcigliati. I due fabbricati, sono tra quelli destinati ad essere demoliti per fare spazio al Centre Pompidou, allora oggetto di critiche e ancora alle fasi iniziali di costruzione. Il lavoro è il contributo di Matta Clark alla Biennale di Parigi del 1975.
Sous-Sols de Paris (Paris Underground) (Sottosuolo di Parigi), 1977
riversato da film super-8, bianco e nero, sonoro, 25’20”
Seguendo un andamento non-lineare il film presenta un’indagine di noti edifici o luoghi della capitale francese, che dalle facciate arriva ad esporre sezioni trasversali, fondamenta e sotterranei dei vari siti.
Program Eight (Programma otto), 1977-2005
riversato da film 16mm, bianco e nero, colore, sonoro, 40’
Acquistato con il contributo di Compagnia di San Paolo
Office Baroque (Ufficio barocco), 1977
riversato da film 16mm, bianco e nero, colore, sonoro, 40’
Girato in forma documentaria da Eric Convents e Roger Steylaerts, il film riguarda uno degli ultimi lavori dell’artista. Il progetto è un monumentale intervento su un edificio di cinque piani ad Anversa, che l’artista taglia seguendo motivi circolari e semicircolari. Il lavoro, definito dallo stesso Matta-Clark “una passeggiata attraverso un arabesco panoramico”, è stato visibile sino al 1980, quando, malgrado i tentativi di preservarlo e trasformalo in museo dedicato all’artista, è stato demolito.