Günther Förg

La ricerca di Günther Förg si avvale dell’utilizzo indifferenziato di diversi mezzi espressivi – dalla scultura al bassorilievo, dalla fotografia alla pittura – al fine di  costruire una dialogo con lo spazio circostante.
A partire dai primi Bilder, dipinti a olio su tavole di alluminio, l’interesse dell’artista si rivolge al rapporto tra la superficie dipinta e lo spazio in cui viene a trovarsi. Una costante ricerca dell’assoluto, verso una possibile trascendenza dalla matericità del supporto alla levità dello spazio occupato, avviene tramite l’uso della superficie metallica che, invece di restituire riflettendo il colore, lo arricchisce, grazie alle sue proprietà intrinseche, di diverse sfumature e suggestioni. Anche quando realizza le grandi fotografie in bianco e nero di architetture razionaliste, apparentemente piuttosto distanti dai dipinti, è sempre la ricerca di un rapporto con lo spazio e l’indagine delle strutture all’interno di esso, che sembra interessare l’artista.
L’uso della pittura,  parzialmente mutuato dall’attenta scelta del tutto materica del supporto utilizzato, richiama la  grande tradizione dell’arte moderna mentre le ampie stesure monocrome evocano soprattutto i dipinti di Robert Ryman.
Ohne Titel (Bleibild) (Senza titolo – Quadro in piombo), 1989, fa parte della serie dei Bleibild – quadri in piombo senza titolo di diversi formati e dimensioni – costituita da un supporto in piombo suddiviso idealmente in tre parti, delle quali quella centrale è dipinta da ampie pennellate giallo/verdi. Scelto per le sue qualità cromatiche, il piombo tende ad assorbire e catturare la luce, ponendosi in dialogo e confronto con la vivacità del colore presente nella stesura pittorica. L’equilibrio calibrato della composizione si pone in contrapposizione con l’evidente gestualità della pennellata che rivela la sua velocità di esecuzione. L’interesse a lasciare tracce di questa rapida gestualità sottolinea l’attenzione da parte dell’artista verso il processo di realizzazione del lavoro, che al di là dell’apparente freddezza mantiene una sua istintività.
Utilizzata come parte integrante di un processo di apertura verso lo spazio nella ricerca di una possibile terza dimensione all’interno degli stretti confini della superficie bidimensionale, la pittura – anche realizzata e pensata nei “limiti” dei suoi strumenti più classici quali la tela – rimane uno degli strumenti espressivi preferiti da Förg, per le sue infinite potenzialità espressive.
Nelle due tele Senza titolo del 2006, l’indagine dello spazio si manifesta nell’utilizzo di una griglia dipinta con pennellate veloci e vibranti che, oltre a rimandare alla tradizione della pittura astratta dei primi del Novecento, sembra dettare le regole di un sistema compositivo stabilito a priori. Con la volontà di forzare questo “sistema”, Förg conferisce a dipinti, solo apparentemente semplici, un’evidente ricchezza espressiva attraverso il sapiente utilizzo del colore e la gestualità di una pennellata che trascende la superficie della tela. Sia che utilizzino le suggestioni cromatiche del materiale scelto, sia che si avvalgano delle potenzialità espressive del colore, le opere di Günther Förg evocano l’idea di una complessità spaziale che, sublimando l’oggettività del mezzo utilizzato, lascia in realtà  trasparire tutte le sue qualità espressive, coinvolgendo emotivamente ed empaticamente il fruitore.

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