Maria José Arjona

Ponendo il corpo al centro della propria ricerca artistica, Maria José Arjona indaga i modi in cui memoria e cultura si confrontano e le relative dinamiche legate alla produzione di significato. Per l’artista, il corpo è “un agente per capire lo spazio e il tempo, come elementi fondamentali per affrontare e appartenere al mondo che viviamo oggi”. Attingendo alla sua formazione di ballerina, da alcuni anni l’artista ha individuato nella performance il suo medium ideale. “La performance – nota l’artista – si muove al di là del vocabolario di ciò che ci aspettiamo”.

Nella performance e nella relativa video installazione All the others in me (Tutti gli altri in me), 2012 Arjona coinvolge gli spettatori in un’esperienza spiazzante, che pone in discussione preconcetti e stereotipi. Coperta da una lunga tunica nera, che comprende un cappuccio che le nasconde il volto, al suono di un medley che assembla musiche classiche e leggere, l’artista si muove nello spazio. La sua danza include uno strip-tease, eseguito sfilando una serie di indumenti intimi senza mai togliersi la lunga tunica. Anche se esibito e comprovato dalla leggera biancheria che man mano viene lasciata cadere sul pavimento, lo spogliarello diventa soprattutto uno stimolo all’immaginazione, in quanto il corpo dell’artista rimane immutabilmente coperto dalla spessa tunica e, attraverso la danza eseguita, le sue forme si pongono più come materia scultorea che desiderabile oggetto sessuale. Tuttavia, attraverso le continua riformulazione dello spazio performativo, l’opera sollecita risposte individuali, inclusi i condizionamenti che le differenti origini di cultura, religione, razza, età o genere sessuale possono imporre a ciascun osservatore. Come suggerito dallo stesso titolo, l’apertura a una tale pluralità è intenzionalmente ricercata dall’artista ed eletta a parte integrante della sua pratica. “Lo spettatore – dice – diventa così il catalizzatore di uno scambio sensoriale, necessario a comprendere il significato del corpo e dell’interazione stessa, al di fuori dei confini dell’identità e della rappresentazione, ma dentro il passare del tempo.” [MB]