Matt Mullican

Matt Mullican ha sempre lavorato adottando diversi mezzi espressivi, dalla performance all’installazione ambientale, dalla scultura all’aperto alla computer graphic. Dalla metà degli anni Settanta agisce nell’ambito della performance, che realizza sotto ipnosi per sperimentare stati di regressione o di mutamento della personalità. Il dualismo corpo-mente è sempre presente nell’opera di questo artista, che su queste basi ha costruito un intero sistema di pensiero da lui stesso definito «cosmologico». I lavori di Mullican sono costituiti da immagini fortemente sintetizzate, direttamente riprese dalla segnaletica urbana più diffusa, quella che troviamo nelle strade, negli uffici pubblici o negli aeroporti, che l’artista considera parte integrante dell’orizzonte della vita di ciascuno e soprattutto espressione inconscia di una specifica comunità socio-culturale. A questi simboli, adottati tali e quali, modificati o inventati, vengono associati arbitrariamente altrettanti significati scelti dall’artista, e trasposti su ogni sorta di supporto, dal manifesto stampato allo stendardo, dalla lastra di granito al vetro, dall’arazzo al disegno su carta. I simboli vengono classificati in raggruppamenti tematici, ricorrenti in tutta la sua opera secondo uno schema che compone la «cosmologia», e mutano di colore in base alla loro funzione. Il primo livello, il più basso, concerne il mondo fisico ed è segnalato con il colore verde; a esso segue il mondo degli esseri umani e delle loro organizzazioni sociali, definito dal colore blu; un terzo livello, giallo, afferisce alla creatività artistica; in bianco e nero si allude invece all’astrazione dei linguaggi e, infine, il livello rosso, che attesta puri valori spirituali. Quest’ultimo è stato creato nella sua totalità di dodici figure nel 1984, e si situa all’apice di quel cammino che Mullican intende rappresentare in tutto il suo lavoro. Esso consiste in un intero sistema di segni che parla dell’elevazione dagli stati materiali dell’esistenza a quelli più sublimati, e che si identifica in un innalzamento dalla relatività dell’oggetto all’universalità del concetto. La spiritualità, espressa con i simboli del Paradiso e dell’Inferno, della morte e della vita, dell’esistenza prenatale e della soggettività, del destino, del mondo e dei suoi elementi, di Dio, non è però vista come separata e incombente sugli esseri umani, ma piuttosto come espressione della nostra energia interiore.
Le opere in collezione sono esemplificative di alcuni dei principali livelli che compongono la cosmologia di Mullican. Al primo livello, quello del mondo fisico, appartiene Untitled (Battery) (Senza titolo – batteria), 1991, mentre Untitled (Building) (Senza titolo – edificio), 1991, allude all’organizzazione della vita collettiva, richiamando l’idea di una struttura architettonica. Untitled (Theatre) (Senza titolo – teatro), 1991, riguarda invece il momento di incontro sociale nella creatività del teatro. Le opere sono realizzate in poliestere nella forma di stendardo, secondo una tipologia spesso adottata dall’artista perché richiama la funzione sociale, arcaica ma costantemente rinnovata, di comunicare alla collettività.

[G.V.]