Paul McCarthy

Dalla fine degli anni Sessanta, Paul McCarthy incorpora elementi performativi all’interno del suo lavoro plastico. Nei primi anni Settanta sviluppa una vasta produzione di performance che paiono una memoria dell’Azionismo Viennese, del Grand Guignol e delle comiche slapstick più estreme: un’accumulazione di corpi, enfatizzati nella loro dimensione più organica e fisiologica, ai quali si aggiungono protesi di plastica, maschere, liquidi e cibi che assumono connotazioni di fluidi organici. L’atmosfera di tali performance, sviluppate generalmente quasi in stato di trance, di fronte a un pubblico che viene invitato a restare vicino ai performer, condensa un senso di humor sinistro e di liberazione da ansietà, frustrazioni psichiche e desideri di sessualità usualmente repressi.
Dagli esordi il video accompagna e documenta tutti i suoi lavori più importanti, ma dopo il 1984, quando McCarthy decide di non presentare più performance dal vivo, si espande inserendosi in composite installazioni, dove schermi e proiezioni descrivono le impietose riletture di figure e di fiabe in chiave ludicamente sovvertitrice e liberatoria: Heidi, Pinocchio (via Walt Disney) o Babbo Natale sono solo alcune delle spassose e violentemente viscerali reinvenzioni che McCarthy immagina, coinvolgendo attori e attrici. La particolare attenzione riservata al ruolo dello spettatore, sempre inteso come voyeur, fa sì che spesso gli spettatori non solo debbano spiare le azioni da pertugi e orifizi, ma che debbano talvolta indossare abiti legati alle situazioni messe in scena. Dai primi anni Ottanta, McCarthy sviluppa una serie di collaborazioni con Mike Kelley (Wayne, Michigan, 1954), artista, performer, musicista e creatore di complesse installazioni. Family Tyranny / Cultural Soup (Tirannia familiare / Zuppa culturale), Heidi, Fresh Acconci (Sfacciato Acconci) e Out o’ Actions (Dalle azioni), manifestano lo scambio di energie fra i due artisti che condividono una medesima fascinazione per la dimensione più inquietante di racconti e miti di massa, da cui estrapolano le componenti rimosse e nascoste. [F.B.]


Dalla fine degli anni Sessanta, Paul McCarthy incorpora elementi performativi all’interno del suo lavoro plastico. Nei primi anni Settanta sviluppa una vasta produzione di performance che paiono una memoria dell’Azionismo Viennese, del Grand Guignol e delle comiche slapstick più estreme: un’accumulazione di corpi, enfatizzati nella loro dimensione più organica e fisiologica, ai quali si aggiungono protesi di plastica, maschere, liquidi e cibi che assumono connotazioni di fluidi organici. L’atmosfera di tali performance, sviluppate generalmente quasi in stato di trance, di fronte a un pubblico che viene invitato a restare vicino ai performer, condensa un senso di humor sinistro e di liberazione da ansietà, frustrazioni psichiche e desideri di sessualità usualmente repressi.
Dagli esordi il video accompagna e documenta tutti i suoi lavori più importanti, ma dopo il 1984, quando McCarthy decide di non presentare più performance dal vivo, si espande inserendosi in composite installazioni, dove schermi e proiezioni descrivono le impietose riletture di figure e di fiabe in chiave ludicamente sovvertitrice e liberatoria: Heidi, Pinocchio (via Walt Disney) o Babbo Natale sono solo alcune delle spassose e violentemente viscerali reinvenzioni che McCarthy immagina, coinvolgendo attori e attrici. La particolare attenzione riservata al ruolo dello spettatore, sempre inteso come voyeur, fa sì che spesso gli spettatori non solo debbano spiare le azioni da pertugi e orifizi, ma che debbano talvolta indossare abiti legati alle situazioni messe in scena. Dai primi anni Ottanta, McCarthy sviluppa una serie di collaborazioni con Mike Kelley (Wayne, Michigan, 1954), artista, performer, musicista e creatore di complesse installazioni. Family Tyranny / Cultural Soup (Tirannia familiare / Zuppa culturale), Heidi, Fresh Acconci (Sfacciato Acconci) e Out o’ Actions (Dalle azioni), manifestano lo scambio di energie fra i due artisti che condividono una medesima fascinazione per la dimensione più inquietante di racconti e miti di massa, da cui estrapolano le componenti rimosse e nascoste. [F.B.]

Elenco opere

Black and White Tapes (Nastri in bianco e nero), 1970-1975 video, bianco e nero, sonoro, 32’50” Acquistato con il contributo di Compagnia di San Paolo
Tratta da una serie di intense performance, questa raccolta preparata dall’artista stesso si incentra sul corpo umano visto come mezzo e strumento primario nel processo di creazione artistica. Interagendo con il colore nella sua presenza più fisica e materiale, McCarthy esegue alcune azioni dall’impatto prepotentemente fisico e violentemente inaspettato, trasformandosi, per esempio, in un pennello vivente che spalma un intero barattolo di vernice sul pavimento, strisciando a terra.

Sailor’s Meat, Sailor’s Delight (Carne di marinaio, estasi di marinaio), 1975 video, colore, sonoro, 44’20” Fondazione CRT Progetto Arte Moderna e Contemporanea
Steso su un lettino, il performer indossa soltanto una parrucca bionda, esemplificando il perfetto e stereotipato simbolo erotico della donna dei sogni del maschio medio (il marinaio dell’omonimo titolo). In un crescendo onanistico, che rasenta l’orrorifico e allo stesso tempo il ridicolo, si cosparge il corpo di maionese e di ketchup, arrivando a comunicare un senso di fastidio e nausea grazie alla materialità vischiosa delle sostanze spalmate e manipolate, che ricordano liquidi organici.

Tubbing (Nella vasca da bagno), 1975-1976 video, colore, sonoro, 26’59” Fondazione CRT Progetto Arte Moderna e Contemporanea
Posto all’interno di una vasca da bagno, il performer indossa soltanto una lunga parrucca biondo platino. Inizia una serie di azioni adoperando panna, ketchup e salsicce, che manipola applicandosele addosso, in una forma di crescente delirio autoerotico.

Family Tyranny / Cultural Soup (Tirrania familiare / Zuppa culturale), 1987 in collaborazione con Mike Kelley video, colore, sonoro, 15’03”
Acquistato con il contributo di Compagnia di San Paolo
Family Tyranny (Modeling and Molding) (Tirrania familiare – Modellando e formando), 1987 video, colore, sonoro, 8’08” Cultural Soup (Zuppa culturale), 1987 video, colore, sonoro, 6’55” Racconta lo stesso McCarthy : “Mi fu data la possibilità di lavorare in uno studio televisivo al fine di realizzare un video dedicato al problema degli abusi sui minori. Per un giorno lavorai da solo e un altro con Mike Kelley, al quale chiesi di fare la parte di mio figlio. Non c’era sceneggiatura. Dopo due giorni, montai due diversi nastri, realizzando due lavori separati”.

Heidi, 1992 in collaborazione con Mike Kelley video, colore, sonoro, 62’40”
Acquistato con il contributo di Compagnia di San Paolo
Il lavoro è un tributo, nonché una drastica rilettura del celebre romanzo di Joanna Spyri, Heidi. In questa rilettura, dai toni quasi orrifici, il nonno diventa un essere mostruoso e maniacale, Peter sembra un ritardato mentale e Heidi assurge a ruolo di fanciulla pura.

Fresh Acconci (Acconci sfacciato), 1995 in collaborazione con Mike Kelley
video, colore, sonoro, 45′
Acquistato con il contributo di Compagnia di San Paolo
Direttamente ispirato da alcuni video di Vito Acconci questo lavoro rimette in scena le intense performance, create nei primi anni Settanta, attraverso le presenze e i corpi di giovani modelli e modelle, in un’ambientazione volutamente patinata e prossima alle produzioni del cinema erotico californiano.

Out o’ Actions (Dalle azioni), 1998 in collaborazione con Mike Kelley video, colore, sonoro, 4’25”
Acquistato con il contributo di Compagnia di San Paolo
Adottando un tipo di montaggio simile alla documentazione della performance del 1964 Mama und Papa (Mamma e papà) di Otto Muehl (così come effettuata da Kurt Kren), questo lavoro documenta la preparazione del contributo di McCarthy e di Kelley alla grande mostra tenutasi al MOCA di Los Angeles, Out of Actions: Between Performance and the Object 1949-1979 (Dalle azioni: tra performance e l’oggetto 1949-1979).