Isadora Neves Marques
Il film YWY, a androide (YWY, l’androide) (2017) di Isadora Neves Marques (precedentemente Pedro Neves Marques) è incentrato sul dialogo tra YWY, un’androide programmata per lavorare nei campi, e una coltivazione di granoturco geneticamente modificato, destinato a diventare biocombustibile. L’inedita conversazione copre tematiche che concernono il concetto di artificiale, i diritti personali, l’infertilità, le colture intensive e la complessa eredità lasciata dalle classificazioni elaborate da Carlo Linneo nel Settecento. Da spettatori, talvolta direttamente chiamati in causa da YWY, possiamo ascoltare le osservazioni e le domande della protagonista, le sue ansie e i suoi dubbi. Tuttavia, come esseri umani non siamo in grado di percepire le risposte ed eventuali ulteriori osservazioni dell’altro interlocutore, il mais transgenico che solo YWY, in qualità di androide, è in grado di capire.
Presumibilmente ambientato in Brasile, in un futuro che sembra prossimo al nostro presente, il film è parte di un gruppo di opere nelle quali Neves Marques riflette sulle possibili conseguenze dell’ingegneria genetica, dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale e del capitalismo multinazionale. La personificazione dell’androide in una giovane donna indigena è la risposta dell’artista alla recente produzione di robot umanoidi, quali Sophia, sviluppata nel 2015 a Hong Kong, ispirandosi al volto della nota attrice americana di razza bianca Audrey Hepburn. “Utilizzo un punto di vista femminista riguardo agli usi della tecnologia e al loro ruolo storico nello stabilire dei modelli patriarcali – come evidente sempre più nel momento presente dominato dalla ripresa del neo-fascismo”, dice Neves Marques.
Artista visivo, filmmaker e scrittore, Neves Marques utilizza il linguaggio della fantascienza per esaminare urgenti questioni legate al presente, rileggere le storie della colonizzazione oppure delineare futuri scenari di matrice non-occidentale.
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