Teresa Margolles

Per anni, l’obitorio è stato per Teresa Margolles il luogo deputato per lo svolgimento di una coraggiosa indagine artistica e sociale, nell’ambito della quale l’artista ha affrontato il drammatico intreccio tra crimine e povertà. In anni più recenti, il crescendo di violenza provocato dalla diffusione del narcotraffico in Messico, ha portato l’artista a rivolgersi anche allo spazio pubblico della città, tenendo comunque ferma la propria attenzione sui corpi delle vittime di crimini violenti e sulle azioni dei medici legali chiamati a certificarne le cause di decesso.
Trepanaciones (Sonidos de la morgue) (Trapanazione – suoni dell’obitorio), 2003, consiste nella registrazione dei suoni della strumentazione impiegata dai medici nel corso di un’autopsia, durante l’apertura della scatola cranica di una vittima. Come per altre opere dell’artista, il titolo fornisce alcune informazioni sull’opera, che pur cruciali per un’iniziale comprensione, lasciano tuttavia aperti all’immaginazione personale molteplici dettagli significativi. Eventuali reazioni di orrore, ribrezzo, curiosità morbosa, attenzione scientifica o pietosa empatia sono infatti ugualmente possibili, rendendo l’incontro con l’opera un’esperienza fortemente personale, di fronte alla quale è difficile rimanere indifferenti.
[M.B.]