Thomas Ruff

Alla ricerca delle proprietà essenziali della fotografia, l’intera opera di Thomas Ruff è volta all’analisi della struttura delle immagini. Quasi fosse uno scienziato che procede attraverso esperimenti, per ogni tema scelto, l’artista realizza numerose fotografie, ordinandole in serie. L’insieme delle immagini che compongono ciascuna serie permette a Ruff di paragonare e testare i risultati ogni volta ottenuti. Le opere in collezione appartengono a tre diverse serie tra le numerose a oggi prodotte dall’artista.
02h 36m / – 40°, 1990, è parte di Sterne (Stelle), 1989-1992, serie incentrata su immagini della volta celeste. Appassionato di astronomia sin dall’adolescenza, comprendendo che il suo equipaggiamento da fotografo professionista non gli avrebbe permesso di realizzare immagini soddisfacenti delle stelle, l’artista si è rivolto agli archivi dell’ESO (European Southern Observatory), l’organizzazione europea per la ricerca astronomica nell’emisfero del sud e ha scelto numerose fotografie provenienti da un osservatorio astronomico situato in Cile. Di ciascuna immagine ha conseguentemente ricercato il negativo originale e ne ha selezionato un dettaglio, a partire dal quale ha stampato una nuova fotografia, realizzata secondo la tecnica e le dimensioni che definiscono il suo lavoro. Come descritto dal titolo, 02h 36m / – 40° è la rappresentazione accurata di un angolo di universo, ottenuta con i più sofisticati strumenti scientifici disponibili al momento della sua realizzazione. Al tempo stesso, l’opera è un’immagine astratta, stimolo per un viaggio dell’immaginazione verso l’infinitamente lontano.
Interessato ad analizzare i livelli di rimozione dalla realtà e la dipendenza dell’immaginazione contemporanea rispetto ai media, in anni recenti Ruff ha utilizzato Internet quale fonte primaria. Tra le altre, nasce così la serie Substrat (Sostrato), realizzata tra il 2001 e il 2004. Analogamente agli altri lavori, l’opera in collezione, Substrat 16 I (Sostrato 16 I), 2002, sembra ritrarre le infinite mutazioni cromatiche di una sostanza instabile, definita da sensuali campi di colori dalle tonalità accese. Tuttavia, l’intera serie nasce dall’appropriazione di fumetti giapponesi, scelti da Ruff su Internet in quanto slegati dall’idea di raffigurazione realistica. Ogni fotografia è ottenuta sovrapponendo, combinando e moltiplicando le immagini di partenza, elaborate con tecnologia digitale. Occultando la riconoscibilità delle forme originarie, ridotte a puri stimoli visivi, il processo impiegato dall’artista allude alla ricerca dello strato più profondo presente alla base di ogni immagine. Il risultato include la possibilità di svelare il potenziale “nulla” che si cela dietro a molte di esse.
m.d.p.n.08, 2002 e m.d.p.n.33, 2003 rientrano nell’ambito delle fotografie di architettura che più volte appaiono nell’opera di Ruff. In questo caso, il soggetto di partenza è il mercato ittico di Napoli, realizzato da Luigi Cosenza tra il 1929 e il 1934. Esempio del tardo razionalismo, l’edificio si presta all’interpretazione di Ruff e le due immagini in collezione rappresentano i poli apparentemente opposti delle presunte possibilità della fotografia.
Mentre la fotografia dell’interno dell’edificio rimanda alla tradizione documentaria, quella relativa all’esterno è frutto di una complessa elaborazione digitale.

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