Wolfgang Tillmans

Come osserva lo stesso Wolfgang Tillmans, attraverso le sue fotografie passa l’accettazione totale della vita. L’obiettivo dell’artista è onnivoro e racconta il quotidiano soffermandosi su oggetti comuni, amici, persone incontrate casualmente, scorci di città e ancora dettagli apparentemente banali. Agli inizi degli anni Novanta riesce a interpretare la cultura giovanile, alla quale lui stesso appartiene, proponendo nuovi e inediti approcci visivi. Al di là della documentazione, nel loro insieme le sue fotografie sembrano evocare una dimensione esistenziale che contiene in sé una promessa, o un’utopia, di libertà. Tillmans indaga anche le infinite potenzialità della tecnica fotografica creando opere astratte prodotte intervenendo sull’immagine in corso di stampa.
Le opere in collezione, scelte dall’artista per Rivoli e da lui installate, appartengono a periodi e serie differenti e sono difformi per scala e resa tecnica. Accanto alle stampe a colori, opportunamente incorniciate, inserisce anche una stampa a getto d’inchiostro, fermata al muro con un pinzacarte. L’artista ritiene che la transitorietà delle stampe a getto d’inchiostro sia parte integrante del suo linguaggio. Egli attribuisce grande importanza alla scelta dei supporti fotografici possibili e cura sempre personalmente la stampa di tutte le sue opere.
In ambito espositivo, ogni nuova installazione è un’occasione per ricontestualizzare le proprie immagini, mescolando continuamente opere nuove con lavori già pubblicati. Il suo intento è di superare la tradizionale uniformità della fotografia, proponendo una situazione capace di offrire un’esperienza coinvolgente. «Per me – dice l’artista – l’installazione è un riflesso del mio modo di vedere, di come percepisco o voglio percepire ciò che mi circonda». In questo senso, egli propone una visione del mondo come un orizzonte continuo di eventi, all’interno del quale tutto accade contemporaneamente. Concorde L449-13, 1997 (non riprodotto), presenta l’immagine dell’omonimo modello di aeroplano, l’emblema del glamour di un’epoca ormai trascorsa, al quale ha dedicato un intero libro. Sulla stessa parete l’artista dispone, tra altre immagini, Jochen taking a bath (Jochen mentre fa il bagno), 1997, la fotografia di un amico nell’intimità della propria vasca da bagno. Accanto è collocata Strings of Life (Fili della vita), 1999 (non riprodotto), una delle sue fotografie astratte, definita da puri valori cromatici e formali, e ottenuta a diretto contatto della luce con la carta sensibile. Ancora, Moby (lying) (Moby – sdraiato), 1993, presenta il noto compositore-deejay mollemente sdraiato su una trapunta a fiori. Sono parte dell’allestimento alcune nature morte e socks on radiator (Calze sul calorifero), 1998. Resa in grande scala, quest’ultima immagine mantiene l’immediatezza del gesto casuale, che però dispone abiti ancora intrisi del vissuto di chi li ha appena indossati in un drappeggio di compostezza quasi classica.

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