IL PROGRAMMA DELL’ANNO 2023


Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
L’anno 2023 al Castello di Rivoli
Nell’anno 2023 il programma del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea prevede importanti nuove mostre, attività educative, di ricerca, di cura delle Collezioni e numerose attività collaterali. Come di consueto, il Museo organizzerà inoltre attività espositive in sedi esterne.
“Programmare un museo nell’anno 2023”, dichiara il Direttore Carolyn Christov-Bakargiev, “significa pensare all’arte come esperienza sensoriale corporea, come luogo di svago e di felicità reale, ma anche pensare all’arte come presa di coscienza dei traumi storici in corso, dall’Afghanistan dei Talebani, alle bombe che cadono in Ucraina, fino alle proteste e alla repressione in Iran. Quasi un ossimoro, l’arte cura attraverso l’estetica ma anche attraverso l’intelligenza degli artisti e il pensiero critico che genera nei visitatori. Da un lato vedremo l’ambiente immersivo e psichedelico di Olafur Eliasson e il CONCERTINO per il mare di Renato Leotta, dall’altro le opere di artisti in guerra: questa compresenza di piacere e di dolore, questa contemporaneità tra la promessa di un mondo digitale, metaverso che ci salverà, e la percezione del freddo, del buio e della morte, sono i due opposti che potranno essere composti nelle riflessioni del pubblico. Non a caso, a fine anno, in occasione del suo novantesimo compleanno, allestiremo la grande mostra di Michelangelo Pistoletto, protagonista dell’Arte povera. Con il suo concetto di Terzo Paradiso (di compresenza tra gli opposti e la loro sintesi), l’artista immagina una società trinamica e un mondo rigenerato. Per condividere questa visione, l’impegno del Dipartimento Educazione sarà importante. La diffusione della conoscenza dell’arte e della cultura contemporanea si esprimerà sia al Museo – con le innumerevoli attività per il pubblico, per gli insegnanti, per le famiglie e per le scuole – sia nei territori esterni al museo”.
Fino al 2 luglio 2023, negli spazi della Manica Lunga proseguirà Olafur Eliasson: Orizzonti tremanti inaugurata a novembre 2022.Per la mostra, l’artista ha ideato appositamente una serie di opere d’arte immersive e sensoriali sul tema della percezione visiva e del pensiero ecologico che invitano alla partecipazione attiva di chi le incontra.
Tra le nuove mostre che inaugureranno nel 2023, il 15 marzo si apre al pubblico la grande mostra Artisti in guerra. La mostra propone opere storiche e nuovi progetti di importanti artisti contemporanei quali l’ucraino Nikita Kadan e l’afghano Rahraw Omarzad, artisti che vivono in condizioni caratterizzate da guerre e che quindi sono particolarmente sensibili al ruolo che l’arte può svolgere per la pace. Tra le opere storiche si segnala un importante nucleo di quadri realizzati dall’artista sloveno Zoran Mušič, internato a Dachau nel 1945. Oltre a un cospicuo numero di opere della serie Noi non siamo gli ultimi, 1970-1976, saranno presentati i primissimi disegni dell’artista realizzati nel campo di Dachau e mai esposti prima.
In primavera sarà anche presentato il progetto di Renato Leotta CONCERTINO per il mare, 2022, che affonda le sue radici nell’osservazione dell’ecosistema dei fondali del Mediterraneo e che è stato mostrato in anteprima alla 17° Biennale di Istanbul nel 2022.
Il Castello di Rivoli custodisce il più importante nucleo di opere storiche dell’Arte povera al mondo e periodicamente dedica progetti focus ai suoi protagonisti. Nell’autunno 2023, per celebrare il novantesimo compleanno di Michelangelo Pistoletto e in concomitanza con l’Art Week di Torino, il Museo presenterà una grande mostra personale dell’artista la cui ricerca ha contribuito a ridefinire il concetto di arte a partire dalla metà degli anni sessanta del secolo scorso. Per questa mostra Pistoletto ha concepitoun’opera-installazione immersiva inedita di grande impatto visivo che invaderà gli spazi della Manica Lunga.
L’attività espositivadel CRRI – Centro di Ricerca Castello di Rivoli, prenderà invece avvio a maggio 2023 con la mostra dedicata a Paolo Pellion di Persano, uno dei più importanti fotografi italiani contemporanei che ha lavorato in stretta collaborazione con gli artisti, in particolare quelli dell’Arte povera. Pellion di Persano ha documentato l’attività espositiva del Castello di Rivoli dalla mostra inaugurale Ouverture (1984), fino al 2012.
Successivamente, in primavera, il CRRI presenterà una mostra dedicata alle opere su carta di Giuseppe Penone che prende le mosse dalla donazione, avvenuta nel 2021, di 219 opere su carta e preziosi materiali d’archivio, oltre che della versione espositiva di Svolgere la propria pelle – finestra,1970-2019. La donazione al Castello di Rivoli, unico museo italiano a ricevere un dono di tale importanza, integra e completa quelle effettuate da Penone nel giugno 2020 a due fra i più importanti musei internazionali: il Philadelphia Museum of Art e il Centre Pompidoudi Parigi.
In autunno il CRRI organizzerà una mostra dedicata ai quaderni e alle opere su carta di Fabio Mauri, tra i maestri dell’avanguardia italiana del secondo dopoguerra, la cui intuizione su rapporto tra arte e ideologia lo porta a considerare lo schermo come la principale “forma simbolica” del mondo, il segno della nuova civiltà mediatica.
Grazie alle nuove acquisizioni che nel corso degli anni hanno costantemente contribuito ad arricchire la Collezione del Museo, in particolare grazie alla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, nell’intento di valorizzare la presenza di alcuni nuclei di opere mai esposti in precedenza, nell’autunno 2023 il Castello di Rivoli presenterà inoltre un riallestimento della Collezione permanente che si svilupperà nelle sale al primo e secondo piano del Museo. In occasione del riallestimento, sarà presentata la nuova edizione del catalogo della Collezione Permanente.
Tra le attività collaterali di maggior rilievo, nell’estate 2023 nell’ambito del programma pluriennale COMP(H)OST sarà presentata un’azione performativa di Tabita Rezaire, nonché la quinta edizione di Supercondominio, l’assemblea annuale dei nuovi spazi per l’arte in Italia che sarà caratterizzata da un programma di live musicali e progetti digitali speciali appositamente concepiti per gli spazi della Residenza sabauda.
Proseguirà anche nel 2023 la collaborazione con la Fondazione CRC nell’ambito delle attività espositive collaterali in sedi esterne al Museo. Tra queste, il 24 gennaio 2023 sarà presentata a Pollenzo (Bra) la nuova installazione Of Grounds, Guts and Stones / Sulle terre, le trippe e le pietre, 2022-2023, di Otobong Nkanga, realizzata con la collaborazione scientifica dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e di Slow Food, a pochi chilometri dal centro di Bra. Questa opera conclude il programma A CIELO APERTO, opere commissionate dalla Fondazione CRC nel trentennale dell’attività.
Nel corso del 2023 proseguiranno inoltre le attività del COSMO DIGITALE con la presentazione di nuove opere create per il nuovo sito web del Castello di Rivoli che, anche in virtù dell’upgrade tecnologico del Museo sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, comprenderà anche una nuova catalogazione delle opere della Collezione Permanente.
Proseguiranno infine anche nel 2023 i programmi della Collezione Cerruti con l’esposizione a rotazione nelle sale del Museo di importanti opere e con numerose conferenze e visite tematiche alla Villa Cerruti. Il 18 dicembre 2023, l’approssimarsi delle festività di fine anno sarà accompagnato dalle suggestioni della mostra Astri, sfere celesti, cosmogonie. Opere dalla Collezione Cerruti che, nell’intento di raccontare la relazione degli artisti con l’influsso dei pianeti, le scoperte astronomiche e, più in generale, le forme del tempo, propone una selezione di preziosi atlanti datati tra il XVI e il XVIII secolo insieme a opere che spaziano dal Cinquecento agli anni Duemila.
Approfondimento sul Programma espositivo 2023
Mostre temporanee
Olafur Eliasson: Orizzonti tremanti / Trembling horizons
A cura di Marcella Beccaria
Fino al 2 luglio 2023
Manica Lunga
Fino al 2 luglio 2023 il pubblico potrà visitare la mostra Olafur Eliasson: Orizzonti tremanti a cura di Marcella Beccaria, allestitanella Manica Lunga del Museo. La mostra propone una nuova serie di sei opere d’arte immersive simili a dispositivi ottici dalla struttura a cuneo al cui interno si vedono complesse forme fluide in movimento che attraversano uno spazio panoramico il quale, grazie a illusioni ottiche prodotte grazie a specchi e proiezioni di luce, appare più ampio di quanto fisicamente possibile. Il percorso espositivo si apre con Navigation star for utopia (Stella di navigazione per l’utopia, 2022), opera luminosa sospesa che accoglie i visitatori, seguita dalla serie di opere Your curious kaleidorama (Il tuo caleidorama curioso), Your power kaleidorama (Il tuo caleidorama potente), Your self-reflective kaleidorama (Il tuo caleidorama autoriflessivo), Your hesitant kaleidorama (Il tuo caleidorama esitante), Your memory of the kaleidorama (La tua memoria del caleidorama) e Your living kaleidorama (Il tuo caleidorama vivente). Nel mezzanino della Manica Lunga, sala per la quale è stata originariamente ideata dall’artista, in occasione della mostra è stata allestita l’installazione Your circumspection disclosed (La tua circospezione svelata), 1999. Nel corso della mostra, The sun has no money (Il sole non ha soldi), 2008, sarà riallestita nella sala a volta del XVIII secolo per la quale era stata inizialmente progettata da Eliasson.
Artisti in guerra. Da Francisco Goya a Rahraw Omarzad e Nikita Kadan
A cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio
15 marzo – 19 novembre 2023
Castello, terzo piano
L’attività espositiva del Museo prenderà avvio al terzo piano del Castello il 15 marzo 2023 con la grande mostra a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio Artisti in guerra, nuovo e ultimo capitolo del progetto pluriennale di mostre e ricerca Espressioni che ha connotato le attività del Museo dal 2020 al 2023. Artisti in guerra si sofferma sul tema della guerra e della soggettività post traumatica portando all’attenzione dello spettatore le pratiche di Rahraw Omarzad (Kabul, 1964), artista e figura di riferimento del panorama culturale afgano, e Nikita Kadan (Kiev, 1982) artista e curatore ucraino che vive tra Kiev e Bucha. Entrambi gli artisti condividono una pratica connessa a quella di promotori culturali offrendo un messaggio di grande impatto emotivo e umano oltre che sociale e politico. Originate a partire da scenari di conflitto e di profondi cambiamenti geopolitici, le loro prassi invitano a riflettere sull’importanza di trovare nell’espressione creativa nuovi e potenziali linguaggi e narrazioni di cura. In occasione della mostra Rahraw Omarzad presenterà l’installazione Every Tiger Needs a Horse (Ogni tigre ha bisogno di un cavallo), 2022-2023, ambiente nato dall’esplosione di pittura in una base militare in Piemonte che affronta il potere rigenerante e terapeutico dell’arte, e il video New Scenario (Nuovo scenario), 2022, realizzato durante i mesi di residenza dell’artista al Castello di Rivoli e girato all’interno di un rifugio antiaereo di Torino del 1943, che propone una riflessione sulla circolarità del destino umano e sulle difficoltà di affrancamento dalle logiche del trauma, della ferita e del conflitto. Le opere di Omarzad nascono dalla riflessione che l’artista compie sul suo paese, l’Afghanistan, teatro di esplosioni e morti e in cui da poco è ritornato a insediarsi il governo talebano dopo venti anni. La mostra includerà inoltre l’installazione The Shelter II (Il rifugio II), 2023, di Nikita Kadan che si prefigura come il naturale proseguimento dell’opera omonima realizzata dall’artista nel 2015 per la 14th Istanbul Biennial. Composta da una struttura dalla forma e le dimensioni di un particolare rifugio antiaereo, l’installazione monumentale realizzata per Istanbul si soffermava sul potere vitale della natura e della cultura di sopravvivere alla distruzione e di emergere dalle macerie; al contrario, nella nuova installazione ideata per gli spazi del Museo Kadan esprime tutto il dramma e il dolore del conflitto russo-ucraino. Accanto alle nuove produzioni, sarà presentato il film di Michael Rakowitz (Long Island, New York, 1973) The Ballad of Special Ops Cody (La ballata dell’agente speciale Cody), 2017, parte delle Collezioni del Castello di Rivoli, e un nucleo di opere d’arte antica, frutto del progetto di scambio tra il Castello di Rivoli e i Musei Reali di Torino, concordato da Carolyn Christov-Bakargiev e Enrica Pagella, Direttori delle due istituzioni. Questa sezione includerà una selezione di opere di arte antica dal I al III secolo d.C. che ritraggono corpi ridotti a porzioni o incompleti. Questa sezione, parte del percorso espositivo di Artisti in guerra creerà un dialogo con le nuove installazioni di Rahraw Omarzad e Nikita Kadan. Tra le opere storiche allestite in mostra si segnala un importante nucleo di quadri realizzati dall’artista sloveno Zoran Mušič (Boccavizza, 1909 – Venezia, 2005) che fu internato a Dachau nel 1945. Oltre a un cospicuo numero di opere della serie Noi non siamo gli ultimi, 1970-1976, saranno presentati i primissimi disegni dell’artista realizzati nel campo di Dachau e mai esposti prima.
Renato Leotta. CONCERTINO per il mare
A cura di Marcella Beccaria
marzo – dicembre 2023
Castello, secondo piano, torre nord
Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea organizza CONCERTINO per il mare di Renato Leotta (Torino, 1982). Vincitore dell’Italian Council Edizione X, bando internazionale promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura a supporto della creatività contemporanea italiana, il progetto CONCERTINO per il mare affonda le sue radici nell’osservazione dell’ecosistema dei fondali del Mediterraneo. Proponendo una possibile forma di comunicazione interspecie, esso consiste nel tentativo di tradurre la struttura interna delle foglie di Posidonia oceanica in una partitura musicale da eseguire come concerto udibile dall’orecchio umano. Portando all’attenzione l’importanza vitale di un ecosistema in pericolo, CONCERTINO per il mare funge da invito ad ascoltare le storie di migrazione, adattamento, incontri e lotte per la sopravvivenza della Posidonia attraverso il tempo, da un passato lontano fino a un futuro incerto. L’opera è stata presentata per la prima volta nel settembre 2022 alla Biennale di Istanbul, dove era installata presso l’Hammam Çinili, edificio ottomano risalente al XVI secolo, chiuso dal 2010 per restauro e per la prima volta riaperto al pubblico. Al Castello di Rivoli, l’installazione sonora verrà presentata per la prima volta in dialogo con una serie di fotografie, opere uniche che l’artista realizza con tecniche sperimentali.
Michelangelo Pistoletto
A cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio
31 ottobre 2023 – febbraio 2024
Manica Lunga
In autunno, in concomitanza con la Art Week e la trentesima edizione di Artissima, il Castello di Rivoli presenterà la grande mostra dedicata a Michelangelo Pistoletto a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio. Allestita negli spazi della Manica Lunga,la mostra, realizzata a stretto contatto con l’artista, include una grande opera inedita site-specific e propone un inedito percorso attraverso l’arte di Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933), uno degli artisti più importanti che hanno ridefinito il concetto di arte a partire dalla metà degli anni sessanta del secolo scorso. L’arte di Pistoletto è aperta al dialogo e allo scambio. Fin dalla prima metà degli anni Cinquanta l’artista si interroga sulla natura dell’identità personale e intraprende la via dell’autoritratto come espressione emblematica del suo pensiero. Nel 1961 dipinge il primo quadro specchiante Il presente in cui il proprio autoritratto a grandezza naturale si staglia su un fondo nero ottenuto con vernice acrilica lucidissima che lo rende riflettente. Il vero protagonista è il rapporto di istantaneità che si crea tra lo spettatore e il suo riflesso sulla tela. Quest’opera si apre alla vita come scambio di relazioni e prospettive, penetra il mondo e se ne lascia penetrare, determinando una nuova dimensione spazio temporale. Il superamento delle frontiere segnate dalla dimensione pittorica rappresenta per Pistoletto l’apertura a un paesaggio che si affaccia sulla contemporaneità dell’esistenza. Negli anni ottanta Pistoletto indaga la scultura, che gli permette di sviluppare ulteriormente quel rapporto tra passato e presente, quel dialogo tra memoria e realtà che come un filo rosso caratterizza tutta la sua ricerca.
Mostre CRRI – Centro di Ricerca Castello di Rivoli
Paolo Pellion di Persano
A cura di Andrea Viliani
25 maggio – novembre 2023
Castello, Sala 18
II programma espositivo del CRRI – Centro di Ricerca Castello di Rivoli, prenderà invece avvio a maggio con la mostra a cura di Andrea Vilianidedicata a Paolo Pellion di Persano.Nell’ambito della programmazione diffusa che anche la città di Torino e molteplici enti sul territorio organizzano per la valorizzazione della fotografia, il Castello di Rivoli organizza una mostra dedicata a Paolo Pellion di Persano (Castagneto Po, Torino, 1947-2017) che comprenderà opere fotografiche e materiale documentario. La ricerca di Pellion, uno dei più importanti fotografi italiani contemporanei che ha lavorato in stretta collaborazione con gli artisti, in particolare quelli dell’Arte povera, è connessa alla storia del Castello di Rivoli di cui ne ha documentato l’attività espositiva dalla mostra inaugurale Ouverture (1984) fino al 2012. Questo insieme di fotografie è oggetto del programma di digitalizzazione dei materiali documentari conservati presso il CRRI. Nel contesto della donazione dell’archivio di Paolo Pellion di Persano, il museo ha inoltre acquisito un nucleo di sue opere fotografiche. La mostra prenderà in esame l’attività professionale del fotografo a partire dagli anni settanta, con alcuni focus sull’interesse per i viaggi e i temi sociali del periodo, oltre all’avvicinamento all’Arte povera sia tramite i ritratti scattati agli artisti, sia le collaborazioni avviate con questi e con le gallerie che li promuovevano; proseguirà poi con l’attività di fotografo di moda e con il legame con il regista Carlo Quartucci, oltre alla duratura e fondamentale esperienza al Castello di Rivoli. Con l’intento di creare un ritratto unitario di Pellion, una parte del percorso espositivo sarà strettamente legata alla sua biografia personale, con la ricostruzione dell’ambiente di lavoro e della camera oscura.
Giuseppe Penone
A cura di Filippo Bosco
In collaborazione con il CRRI Centro di Ricerca Castello di Rivoli
primavera-estate 2023
Castello, secondo piano e CRRI – Centro di Ricerca Castello di Rivoli
In primavera, il programma espositivo del CRRI si arricchirà della mostra dedicata a Giuseppe Penone a cura di Filippo Bosco. La donazione di Giuseppe Penone (Garessio, 1947) al Museo di oltre 200 materiali d’archivio relativi a tutte le opere permanenti collocate sul territorio piemontese a partire da Alpi Marittime (1968), costituisce il punto di partenza per una mostra ad essi dedicata, che sarà inoltre corredata dalla prima pubblicazione scientifica su tutte le opere permanenti dell’artista. I materiali d’archivio conservati al CRRI comprendono disegni connessi al processo ideativo, schizzi preparatori, rendering progettuali, appunti di lavoro e fotografie di allestimento, tutti relativi alle seguenti opere: una serie di fotografie inedite che documentano le azioni di Alpi Marittime e schizzi, disegni, piante relativi alle due opere realizzate, a cura del Castello di Rivoli, per il Parco della Reggia di Venaria Giardino delle sculture fluide e Anafora (quest’ultima opera documentata nelle sue due versioni, 2016-2019); al progetto per il passante ferroviario di Torino Albero giardino; all’opera In limine collocata all’ingresso della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Presso la Manica Lunga del museo, nella sala della Biblioteca prospicente l’ingresso del CRRI è inoltre allestita, in via permanente, la versione espositiva dell’opera Svolgere la propria pelle – finestra, 1970, donazione dell’artista, composta da libro d’artista e lastre stampa UV su vetro montate su supporto orizzontale in metallo.
I quaderni di Fabio Mauri
A cura di Marianna Vecellio
In collaborazione con Studio Fabio Mauri
novembre 2023 – febbraio 2024
Castello, terzo piano
Cresciuto in un’Italia segnata dalla seconda guerra mondiale e dal fascismo, Fabio Mauri (Roma, 1926-2009), che ha vissuto in ambienti intellettuali in dialogo con autori tra cui Umberto Eco, e Italo Calvino e Pier Paolo Pasolini, ha un’intuizione: lo schermo è diventato la principale “forma simbolica” del mondo, il segno della nuova civiltà mediatica. Nel 1957 con la serie degli Schermi inizia ad analizzare il modo in cui cinema e televisione diventano parte della vita quotidiana, modificando l’esperienza della memoria e l’idea di finzione. La mostra si focalizza su un’ampia selezione di quaderni dell’artista.
Astri, sfere celesti, cosmogonie. Opere dalla Collezione Cerruti
A cura di Fabio Cafagna, con la collaborazione di Laura Cantone
Allestimento a cura di Carolyn Christov-Bakargiev
In collaborazione con la Collezione Cerruti
18 dicembre 2023 – gennaio 2024
Castello, Sala 18
Il 18 dicembre 2023, l’approssimarsi delle festività di fine anno sarà accompagnato dalle suggestioni della mostra Astri, sfere celesti, cosmogonie. Opere dalla Collezione Cerruti a cura di Fabio Cafagna, con la collaborazione di Laura Cantone che presenta una selezione di opere provenienti dalla Collezione Cerruti. Il nucleo centrale della mostra è costituito dai preziosi atlanti, datati tra il XVI e il XVIII secolo, che Francesco Federico Cerruti, appassionato bibliofilo e attento collezionista di libri antichi e moderni, oltre che di dipinti, sculture, arredi, tappeti e arti decorative, acquistò nel corso degli anni: dalle Geographicae enarrationis di Tolomeo (1535) all’Atlas Novus di Matteus Seutter (1735), passando per il Teatrum Orbis Terrarum di Abraham Ortelius (1601) e il Grooten Atlas di Willem e Joan Blaeu (1642-1665). Alle spettacolari tavole degli emisferi celesti contenute nell’Harmonia macrocosmica di Andreas Cellarius (1661), si uniscono: la prima edizione commentata della Divina Commedia, edita a cura di Cristoforo Berardi di Pesaro (1477); il celebre Liber chronicarum, noto come Cronache di Norimberga, del medico e umanista Hartmann Schedel, una storia universale illustrata da oltre 1.800 xilografie (1493); i 13 volumi di À la recherche du temps perdu (1919-1927) di Marcel Proust con la legatura del 1951 a firma di Paul Bonet; Calligrammes di Guillaume Appollinaire con le litografie di Giorgio de Chirico (1930) e Les jours et les nuits di Francis Carco (1946) con la legatura di Lucie Weill. Insieme ai libri sono esposte opere che cronologicamente coprono un arco temporale che dal Cinquecento arriva agli anni Duemila e che raccontano la relazione degli artisti con l’influsso dei pianeti, le scoperte astronomiche e, più in generale, le forme del tempo.
Mostre temporanee fuori sede
Otobong Nkanga. Of Grounds, Guts and Stones / Sulle terre, le trippe e le pietre, 2022-2023
A CIELO APERTO 2022. 4 opere d’Arte Contemporanea per i 30 anni della Fondazione CRC
24 gennaio 2023
Parco dell’Agenzia di Pollenzo, Piazza Vittorio Emanuele II, Pollenzo (Bra)
Giunto al quarto e ultimo appuntamento, il progetto A CIELO APERTO 2022 si concluderà il 24 gennaio 2023 con la presentazione della nuova installazione Of Grounds, Guts and Stones / Sulle terre, le trippe e le pietre, 2022-2023, di Otobong Nkanga, realizzata con la collaborazione scientifica dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e di Slow Food, a pochi chilometri dal centro di Bra. Per il progetto, Otobong Nkanga (Kano, Nigeria, 1974) ha realizzato un complesso di sculture che compongono una sequenza di sedute e fioriere lavorate in pietra, collegate tra loro da tubi in metallo al cui interno sono collocate piante aromatiche locali e stagionali. La ricerca artistica di Nkanga affronta temi urgenti legati alla crisi ecologica, allo sfruttamento delle risorse e alla sostenibilità e il cui intento è ridare il giusto valore al cibo nel rispetto di chi produce, in armonia con l’ambiente e gli ecosistemi, preservando i saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali.