Anteprima 2. Wim Delvoye

A cura di Ida Gianelli

 

Il lavoro di Wim Delvoye (Wervik, Belgio, 1965) è caratterizzato dal tono ironico con cui l’artista affronta temi culturali appropriandosi di immagini considerate comunemente artistiche e decontestualizzandole. In questo modo crea un sistema di incongruenze che si trasforma in un dispositivo di straniamento psicologico, mentre la commistione tra alta e bassa cultura causa uno spiazzamento percettivo. L’installazione concepita per il Castello è composta da una scultura in legno in forma di betoniera decorata a intarsi e da cento badili le cui parti in ferro sono dipinte a raffigurare gli stemmi araldici di altrettante città europee. Il trattamento a cui tali oggetti sono sottoposti li trasforma in elementi simbolici. L’incongruenza tra materia e oggetto, la discrepanza tra forma e contenuto causa uno slittamento di senso e produce diversi livelli di lettura e imprevedibili relazioni di senso. La trasformazione dei badili in stemmi richiama significati universali quali il superamento di ogni particolarismo per una cooperazione comune. La betoniera, con il richiamo al lavoro, si presenta a uno sguardo attento come un oggetto “finto” nel suo evocare, con l’intarsio, mobili antichi.

Inoltre, l’amalgama che essa produce, allude all’omologazione forzata di tutte le differenze.

Karin Gavassa