D’après Leonardo

La mostra è stata prorogata fino al 5 gennaio 2020
La copia del Salvator Mundi dipinta dall’artista turco Taner Ceylan (Selb, Germania, 1967) riaccende il dibattito su una delle opere d’arte più controverse apparse sul mercato negli ultimi anni, mettendo in discussione i concetti di autorialità, attribuzione e autenticità dell’opera. Il processo di copia, attuato accostandosi con scrupolo e pazienza alle tecniche antiche, era già stato affrontato dall’artista quando, in occasione della 14° Istanbul Biennial (2015), curata da Carolyn Christov-Bakargiev, l’artista si era cimentato nella riproduzione a grandezza naturale de Il quarto stato, lo straordinario dipinto di Pellizza da Volpedo raffigurante una protesta, realizzato nel 1901 e oggi conservato al Museo del Novecento di Milano.
Per il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea Ceylan realizza un’opera inedita, una copia fedele in formato leggermente modificato del Salvator Mundi attribuito a Leonardo. La tavola con la ieratica figura di Cristo benedicente, aggiudicata nella sede newyorkese di Christie’s il 15 novembre 2017 per la cifra record di 450 milioni di dollari, sarebbe secondo alcuni esperti l’originale Salvator Mundi di Leonardo da Vinci, dal quale discenderebbero le molte varianti del soggetto realizzate da allievi e seguaci dell’artista. Probabilmente realizzato per il re di Francia Luigi XII, il dipinto ebbe un destino avventuroso. Sopravvissuto alle rivoluzioni inglesi del XVII secolo, nei decenni si deteriorò e perse l’attribuzione a Leonardo. Probabilmente venduto a un’asta Sotheby’s a Londra nel 1958, riemerse nel 2005 in Louisiana e, acquistato per 10.000 dollari, subì un restauro che lasciò tutti sbalorditi. È la nascita di un nuovo mito nella storia artistica recente: la tavola, riattribuita a Leonardo, passa tra le mani di un rampante uomo d’affari svizzero e di un celebre oligarca russo, divenendo il centro di un’intrigante spy story. Dopo il record in asta, parrebbe aver preso la strada dell’Arabia Saudita, ma le sue tracce si perdono. Mentre l’attribuzione a Leonardo è messa più che mai in discussione, le ultime indiscrezioni sulla sua effettiva collocazione si fanno sempre più vaghe.
A proposito della produzione di copie e di questo suo nuovo Salvator Mundi in un formato leggermente modificato, Ceylan afferma: “Ri-creare un altro Salvator Mundi mi ha dato l’opportunità di immergermi nelle qualità tecniche e negli strati spirituali di questo controverso dipinto. Non è stato facile. Questo modo di dipingere mi ha dato l’opportunità di avvicinarmi all’epoca rinascimentale”. E alla domanda su che cosa pensa delle controversie sull’opera, Ceylan risponde: “Sono consapevole delle polemiche che circondano questo dipinto. Può essere un originale oppure no. Secondo me, alcune parti, come le mani e i riccioli dei capelli, potrebbero forse essere state realizzate da Leonardo. Anche la sfera di vetro è un’idea straordinaria per quel periodo. E ovviamente il prezzo di aggiudicazione dell’opera è folle. Dopo questo, non è più di arte che discutiamo quando guardiamo l’arte. Comunque, nel mio caso, anche l’idea di rendere questo dipinto pubblico e visibile a tutti, oltre ciò che il suo proprietario sceglie di fare, è stata la principale spinta a realizzarlo”.
Taner Ceylan (Selb, Germania, 1967) vive e lavora a Istanbul, Turchia. Nel 1991, si è laureato alla Facoltà di Belle Arti presso la Mimar Sinan University di Istanbul. Nello stesso anno, Ceylan ha presentato la sua prima mostra personale a Norimberga, in Germania. La mostra e performance Monte Carlo Style, realizzata nel 1995, ha segnato in modo significativo la scena artistica turca. Tra il 2001 e il 2003 Ceylan è stato docente presso la Facoltà di Belle Arti della Yeditepe University, e dal 2001 al 2006 capo redattore della sezione artistica di Time Out Istanbul.
Taner Ceylan ha esposto in numerose gallerie, istituzioni e Biennali, tra le quali: la 8°, 9° e 14° Istanbul Biennial (2003, 2005, 2015); Contemporary Arts Center, New Orleans (2009); Paul Kasmin Gallery (2009, 2013, 2015, 2017); Istanbul Next Wave (2010); Martin-Gropius-Bau, Berlino (2010); Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam (2011); Paul Kasmin Gallery, New York (2013), Brattleboro Museum and Art Center, Vermont. I suoi lavori sono in collezioni private e pubbliche come Sveaas Art Collection, Hugo Brown Collection e Istanbul Museum of Modern Art.