Enzo Cucchi

13 ottobre 1993 - 31 dicembre 1993

A cura di Ida Gianelli, Giorgio Verzotti

Enzo Cucchi (Morro d’Alba, Ancona, 1949) ha esordito alla fine degli anni Settanta con un lavoro pittorico che è riuscito in pochi anni a imporsi sulla scena artistica internazionale. Insieme a quella degli altri artisti italiani raccolti sotto il nome di Transavanguardia, la sua ricerca ha inaugurato le tendenze espressive più tipiche degli anni Ottanta, sorte quasi contemporaneamente in Europa e negli Stati Uniti.

Queste tendenze ponevano come loro specifico contributo il recupero degli strumenti tradizionali del fare arte, la pittura e la scultura, dopo anni di sperimentazione con i più diversi materiali. Nell’opera di Enzo Cucchi la pittura, il disegno e la scultura divengono i mezzi necessari per esternare la propria interiorità, un personale mondo poetico espresso tramite la scelta figurativa. Storia e leggenda, memoria collettiva e memoria privata si fondono insieme e informano la complessità narrativa delle sue immagini.

La mostra è costituita da sculture, disegni e lavori su carta. L’opera centrale è data da una serie di sculture dedicate alla figura di Ercole. L’eroe della mitologia greca, rivisitato dall’artista, appare seduto accanto agli strumenti delle sue fatiche, attorniato da dodici sculture che lo rappresentano in miniatura. Esse sono disposte a forma di aureola, elemento che compare spesso nell’iconografia simbolica e misteriosa dell’artista, per significare una presenza soprannaturale e salvifica. Il contesto mitico dell’opera di Cucchi delinea il percorso di una vera e propria cosmologia, che non è un tentativo di fuga dalla storia, ma la coscienza che l’arte, per esistere, deve porsi come universo irreale e fantastico.

Luigi Fassi