Francis Alÿs. Matrix 2
22 maggio 2002 - 01 settembre 2002
a cura di Carolyn Christov-Bakargiev
Per accedere al progetto chiamare il numero 011.9565.255 o il numero verde 800-180281
Matrix.2, 2002 di Francis Alÿs è un progetto di arte pubblica che si può fruire nella privacy della propria casa, al telefono. Per quanto situato all’interno degli spazi istituzionali del museo, il progetto si spinge oltre i confini fisici dell’istituzione per raggiungere luoghi e persone sconosciuti e distanti.
È possibile accedere a Matrix.2 telefonando al Castello di Rivoli ed entrando in un labirinto di frasi registrate. Dopo un prevedibile messaggio di benvenuto – “Benvenuti in Matrix.2 / Welcome to Matrix.2” – all’ascoltatore viene offerto un menù di opzioni che sono al tempo stesso inquietanti e liberatorie: “Se sai dove vuoi andare, premi 1. Se vuoi sapere dove andare, premi 2
Se vai dove sai, premi 3. Se sai dove vai, premi 4”. Da subito ci si perde in un labirinto di intenzioni, desideri e pensieri che vengono innescati dalle scelte intraprese. La comunicazione è deviata per dare spazio all’introspezione. Tuttavia, anziché sentirsi frustrati dal flusso incessante di opzioni e dall’assenza di una voce umana, caratteristiche quotidiane nei servizi di risposte telefoniche automatiche, ci si sente fortificati e rinvigoriti dal fatto che una semplice tecnologia, solitamente utilizzata per creare un sistema funzionale di informazioni, finisca per occupare un terreno ambiguo di ricordi personali e collettivi carico di paradossi. Scelte antitetiche, quali successo/fallimento, fiducia in sé/dubbio, passato/futuro, bene/male si intrecciano vertiginosamente e, passo dopo passo, l’artista ci chiede di riflettere con attenzione, di fondare la nostra esperienza del progetto artistico sulla sfera più intima e personale delle nostre convinzioni. Le opzioni sono state concepite dall’artista sulla scia degli avvenimenti dell’11 settembre e, sebbene nel progetto non si faccia alcun riferimento diretto ai tragici eventi, Matrix.2 riecheggia con discrezione un senso di assurdità della vita e il bisogno di ritornare su questioni fondamentali – sollevando domande che riguardano il “perché”, il “quando” e il “chi” e, più in generale, la politica, il destino e la religione.
Francis Alÿs è nato nel 1959. Dopo aver studiato architettura in Belgio e a Venezia, nel 1987 si trasferisce a Città del Messico dove tuttora risiede e lavora. Le opere di Alÿs sono per lo più dei “racconti” realizzati con diversi mezzi e modalità. Nel corso degli anni, ha realizzato piccoli dipinti a olio di grande poeticità che sono ironici ma al tempo stesso evocano un senso di solitudine. Ha creato complessi disegni che incorporano vari tipi di annotazioni e scarabocchi, quasi fossero trascrizioni dei vagabondaggi della sua mente, ed ha creato performance e animazioni low tech, ispirate al primo vaudeville e agli inizi utopici del cinema. Ma Alÿs è noto soprattutto per i suoi Walk, passeggiate nella città
contemporanea che intraprende dalla metà degli anni novanta. L’esperienza di vagabondare nel labirinto delle opzioni di Matrix.2, e i pensieri e le emozioni che l’opera suscita, ricordano queste altre “passeggiate”. Nel 1995, per esempio, l’artista ha percorso le strade di San Paolo di Brasile tenendo in mano una latta di vernice che perdeva, tracciando sulla strada una pista sinuosa (The Leak). Nel 1997, a Città del Messico, ha spinto un enorme blocco di ghiaccio finché non si è sciolto completamente (Paradox of Praxis – Sometimes Making Something Leads to Nothing). In The Ambassador, 2001 invece, presentato alla Biennale di Venezia, la passeggiata non è più intrapresa dall’artista ma dal suo emissario: per questo progetto Alÿs ha fatto percorrere liberamente i siti della mostra da un pavone, creando un sottile commento, e una metafora “zoologica”, sullo spettacolo e sulla componente di desiderio suscitata nelle grandi mostre internazionali.
Camminare e pensare vanno di pari passo. Percorrendo sinuosamente la città, differenti tipologie di spazi suggeriscono una serie di pensieri ed emozioni a cui Alÿs attinge. Si tratta di procedure che richiamano la dérive psicogeografica situazionista della fine degli anni cinquanta e degli anni sessanta. I Situazionisti credevano nella possibilità di cambiare in modo rivoluzionario una società moderna che ritenevano limitante. Le opere di Alÿs sono dérives contemporanee, tentativi poetici di aprire spazi, possibilità e scelte, sia che queste espansioni di campo rappresentino il risultato dell’accumulazione di voci che circolano su un progetto, sia che consistano nella creazione di itinerari nuovi e sorprendenti all’interno di spazi reali e virtuali. La prima versione di questo progetto, 1-866-FREE MATRIX, 2001, è stata commissionata lo scorso autunno per il sistema telefonico del Wadsworth Atheneum Museum of Art di Hartford, Connecticut. Mentre quella versione era accessibile solo chiamando dagli Stati Uniti, Matrix.2, 2002 introduce il progetto in Europa e nel mondo offrendo un numero verde dall’Italia e un secondo numero telefonico contattabile da qualsiasi paese, e da chiunque.
Carolyn Christov-Bakargiev
Matrix.2
Voce italiana: Andrea Viliani
Voce inglese: Carol Bazzani
Software: ET Infotree Advanced Edition,
ET Elettronica Telecomunicazioni.
Si ringrazia Wadsworth Atheneum Museum of Art, Hartford, Connecticut.