I suoni del mondo

A cura di Marianna Vecellio

5 dicembre 2023  – 1 aprile 2024

La mostra I suoni del mondo propone un circuito inedito negli spazi del Museo e dei suoi giardini all’insegna di un’esperienza sensoriale dell’arte sonora accessibile e inclusiva. Il suono si propaga nello spazio disegnando luoghi in cui gli spettatori, gli oggetti e le architetture entrano in un equilibrio armonioso.

Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea presenta I suoni del mondo, un percorso espositivo di opere d’arte sonora. Le opere costituiscono momenti unici che accolgono lo spettatore. Il suono si diffonde e grazie alla sua natura immateriale e riverberante, attraversa i corpi e le cose instaurando una relazione dinamica tra le persone e un loro senso di profonda autonomia. Il termine Arte sonora descrive quelle espressioni artistiche che utilizzano il suono in forma autonoma e spaziale privilegiandone la connotazione materiale, scultorea, architettonica e relazionale.

Le prime tracce di questo genere sono riconducibili alla ricerca artistica dell’inizio del secolo scorso di Luigi Russolo, che nel suo manifesto futurista intitolato L’arte dei rumori del 1913 definisce il rumore come un “suono del mondo”. Ma lo sviluppo dell’arte sonora risale agli studi della fine degli anni quaranta dell’ingegnere radiofonico e musicologo francese Pierre Schaeffer, e alle sperimentazioni degli anni cinquanta, sessanta e settanta
che combinano forme artistiche quali performance, ambienti sonori immersivi e musica elettronica. Tra gli autori di opere sonore figurano John Cage, Atsuko Tanaka, gli artisti Fluxus quali Yoko Ono
e Max Neuhaus, considerato il fondatore della sound art, per citarne solo alcuni.

I suoni del mondo propone un percorso che parte dal giardino con Sun & Sea listening edition (Edizione da ascolto di Sole & Mare), 2022, di Rugilė Barzdžiukaitė, Vaiva Grainytė e Lina Lapelytė, e dall’atrio esterno del Museo con l’opera Untitled (Senza titolo), 1995, di Max Neuhaus. La mostra prosegue nella scalinata d’ingresso con The Internationale (L’Internazionale), 1999, di Susan Philipsz, una versione a cappella dell’omonimo brano. Nella sala 15 al primo piano del Museo è udibile Mondo Nuovo, 2022, di Irene Dionisio, e nelle sale 7 e 8 Hell Yeah We Fuck Die (Eh già, cazzo moriamo!), 2016, di Hito Steyerl. Queste due ultime opere indagano il tema dell’intelligenza artificiale nel mondo contemporaneo. Nella sala 33 è presente Salmon: A Red Herring (Salmone: un’aringa rossa), 2020, di Cooking Sections, duo di artisti che affrontano le conseguenze dell’industria alimentare oggi. Nel vano scale del terzo piano, Trepanaciones (Sonidos de la morgue) (Trapanazioni – Suoni dell’obitorio), 2003, di Teresa Margolles, è basato su registrazioni dei suoni prodotti da strumentazioni chirurgiche. Nel sottotetto, Soundtrack for a Troubled Time (Colonna sonora per tempi difficili), 2017, di Cally Spooner presenta i processi della società odierna attraverso il suono. Il percorso di mostra include infine Promenade (Passeggiata), 2023, di Ramona Ponzini. Questa opera inedita, curata da Giulia Colletti, propone una riflessione sulla nozione di inaccessibilità rendendo udibili alcuni luoghi del Museo non esperibili altrimenti dai visitatori.

I suoni del mondo è una mostra all’insegna dell’inclusività che vuole favorire l’accesso all’arte di persone con disabilità visiva. A cura di Marianna Vecellio.

Il progetto è stato realizzato grazie al supporto del Ministero della Cultura.

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