Joan Mirò – Viaggio delle figure

A cura di Rudi Fuchs, Johannes Gachnang, Cristina Mundici
Joan Mirò (Barcellona, Spagna, 1893 – Palma di Majorca, Spagna, 1983) è riconosciuto come uno dei
maggiori esponenti del Surrealismo, movimento che, affermando la preminenza della parte irrazionale e prerazionale dell’uomo sulla ragione, rivendica la necessità di oltrepassare le apparenze oggettive e di raggiungere un diverso grado di realtà, più profonda e più vera, la surrealtà, identificata con il mondo dell’inconscio. L’arte di Mirò, tuttavia, non sembra volersi calare nell’inconscio più profondo, in oscurità cupe e segrete, ma desidera far riaffiorare nel sogno l’innocenza di un’infanzia felice, creando un mondo magico, impostato su un equilibrio dinamico, su forme fluttuanti e su colori vibranti.
La sua origine spagnola, ai confini tra Europa e Africa, e il suo forte legame con la tradizione catalana, lo portano a creare opere in cui si incontrano diverse attitudini e diverse tradizioni, le quali conservano ognuna la propria vitalità e compongono una miscela di stili e ispirazioni.
La mostra si propone di presentare Mirò come un artista contemporaneo, un artista che, per la sua
curiosa collocazione cronologica, a cavallo tra due grandi generazioni di artisti contemporanei, tra Ricasso e Pollock, e per la sua particolare situazione geografica ha in sé già alcuni elementi dell’arte
più recente. La leggerezza formale, la libertà della superficie, la mobilità di forme e colore sono caratteri, aspirazioni che tornano infatti in alcuni artisti contemporanei quali Francesco Clemente o David Salle. L’incisività, l’inventiva, la sensualità con cui Mirò ha condotto questa ricerca emergono in modo ancora più esplicito nel nucleo più corposo delle opere esposte in mostra, le opere su carta, che si dimostrano essere nella loro freschezza un diario privato dell’attività dell’artista.
Francesca Gambetta