Ouverture II. Sul museo

A cura di Rudi Fuchs, Johannes Gachnang
Riproponendo il titolo già dato alla mostra inaugurale, il Castello di Rivoli con “Ouverture II” presenta al pubblico un allestimento che intende approfondire i concetti inizialmente espressi con la prima “Ouverture”. Si rinnova la volontà di creare in Italia la prima collezione pubblica dedicata all’arte contemporanea, dando spazio a precisi momenti del percorso dell’arte italiana e ponendo i suoi protagonisti in un contesto internazionale. Piuttosto che spettatore degli accadimenti, teso a mostrare lo sviluppo dell’arte in senso cronologico e a privilegiare i movimenti canonici, il Castello di Rivoli si pone come museo che costruisce attraverso scelte precise la propria identità e che privilegia la creatività degli artisti. Nel segno della continuità, l’allestimento è quindi un momento di riflessione, l’occasione per rinnovare con ulteriore forza la dichiarazione d’intenti fatta nel 1984. In dialogo con gli ambienti storici del Castello, ciascuno dotato di una autonomia ben precisa, il percorso espositivo è organizzato in sale monografiche, alcune delle quali installate durante l’anno precedente. Esse ospitano l’importante installazione di Giovanni Anselmo Senza titolo, 1986, composta da cento tele accatastate sormontate da pietre e le opere di Luciano Fabro, Piede, 1968-71, e Croce, 1965-86. Tra le opere realizzate appositamente per il Castello figurano anche le installazioni di Maria Nordman raccolte sotto il titolo Incontro tra la Dora e il Po, 1985, una stanza costruita in relazione alle porte e alle finestre dell’edificio e un’opera realizzata in pietra antica di Valdieri per la balconata esterna del Castello. Con Polvere di polline, 1985, Wolfgang Laib apre uno spazio dedicato alla meditazione e pervaso da purezza assoluta, mentre la dimensione onirica è esplorata da Gilberto Zorio con Sogno in un sottotetto, 1986, scultura capace di occupare lo spazio aereo con suggestioni dinamiche.
Marcella Beccaria