Piero Manzoni

07 marzo 1992 - 03 maggio 1992
A cura di Germano Celant
L’attività di Piero Manzoni (Soncino, Cremona, 1933 – Milano, 1963) è racchiusa in poco più di cinque anni, dal 1957, data in cui comincia ad affermarsi come artista, al 1963 quando muore nel suo studio. La sua ricerca affronta la mercificazione dell’oggetto estetico e il sistema socio-economico che la legittima. Questa riflessione avviene secondo multiformi strategie estetiche e concettuali, attraverso una simulazione delle pratiche artistiche. Manzoni colloca la sua critica all’interno del sistema dell’arte, tramite azioni che scaturiscono da una volontà di impiegare tutti i possibili vettori, dalla concretezza materica dei quadri Achromes al corpo stesso dell’artista, fino a comprendere l’utilizzo delle proprie funzioni organiche, del proprio fiato, delle impronte digitali. Tale riflessione avviene in lavori quali una serie di sculture pneumatiche che, se gonfiate dallo stesso Manzoni, prendono il titolo di Fiato d’artista, mentre la collisione prodotta tra valore estetico e valore di scambio traspare nella produzione delle scatolette di Merda d’artista, conservata al naturale e venduta al grammo secondo la quotazione giornaliera dell’oro. Il corpo degli spettatori diventa ugualmente protagonista, come nel caso delle Sculture viventi: persone firmate dall’artista a cui viene rilasciata una “ricevuta di autenticità” che conferisce uno status artistico a colleghi e amici scelti, svelando la reificazione del nome dell’artista. Con la creazione delle basi magiche, qualunque persona o oggetto si pongano su di esse sono trasformate in opera d’arte, così come avviene per il globo terrestre, sorretto dal Socle du Monde (Base del Mondo).
Karin Gavassa