Post Human

02 ottobre 1992 - 22 novembre 1992

A cura di Jeffrey Deitch

 

Il tema della corporeità e l’ideale del corpo così come viene rielaborato dalle strategie comunicative sono i nodi centrali di questa mostra che raccoglie artisti internazionali appartenenti alle tendenze più significative degli anni Novanta. I mass media ci restituiscono una rappresentazione idealizzata della realtà, elaborando stili di vita che si impongono come modelli individuali assoluti. La costante ricerca della perfezione del corpo e il miglioramento della tecnologia applicata all’ambito chirurgico, portano a una ricerca spasmodica di sistemi per combattere l’avanzare del tempo e per rincorrere i modelli imposti dai media. Manipolazioni genetiche, interventi chirurgici per il miglioramento del proprio corpo, terapie anti-invecchiamento sono ormai pratica generalizzata. Gli artisti presenti in questa occasione pongono in questione proprio l’eccessiva attenzione per la realtà virtuale imposta dai media, attraverso opere che svelano tutte le nevrosi della società contemporanea. Alcune sono dichiaratamente provocatorie, come le sculture antropomorfe, a volte comico-grottesche che caratterizzano i lavori di Kiki Smith, Pia Stadtbäumer, Paul McCarthy, Robert Gober o le opere a esplicito riferimento pornografico di Felix Gonzalez-Torres, Ashley Bickerton, Charles Ray e Jeff Koons. In altri lavori centrale è l’indagine sui modi in cui viene codificata dai media l’immagine femminile, come nelle fotografie di Cindy Sherman o nelle opere di Janine Antoni che evidenzia le nevrosi legate al cibo, attraverso i suoi cubi di lardo o di cioccolato, o come ancora nelle installazioni di Sylvie Fleury, composte da serie di scarpe di moda o da sacchetti di Chanel, che pongono in discussione il sistema mercificato dei beni mobili di lusso. Anche nei ritratti di Thomas Ruff basati sull’indebolimento dei tratti distintivi del personaggio o nelle fotografie dei consigli di amministrazione di grandi gruppi aziendali scattate

da Clegg & Guttmann, quello che risulta evidente è come il potere, la massificazione, i continui dettami della moda imposti dai media, minino l’equilibrio psicofisico dell’individuo e di conseguenza dell’intera società.

Chiara Oliveri Bertola