Culture dell’energia. Energie, immaginari, valute e orizzonti nucleari del pianeta. Un incontro del XXI secolo tra artisti, scienziati e filosofi

A cura di
Carolyn Christov-Bakargiev e Agnieszka Kurant
Coordinamento Giulia Colletti
Sabato 23 settembre 2023

La questione dell’energia è tra le più̀ vitali per il futuro dell’umanità̀ e per il fiorire della vita  sulla Terra. Pensare alle energie, immaginari, valute e orizzonti nucleari del pianeta significa  affrontare le contraddizioni e liberare le proprietà dirompenti e trasformative dell’energia che attraversa, senza soluzione di continuità̀, opere d’arte e innovazioni scientifiche. Nel tentativo di esplorare potenziali scenari di coevoluzione energetica anche tra specie differenti, è necessario indagare la materia vivente a partire dai suoi atomi, dal loro intreccio, dalla loro comunicazione e interazione, tentando di mettere in questione i postulati statici e convenzionali sull’energia. Artisti, scrittori, scienziati, filosofi e architetti possono riflettere assieme e promuovere un approccio all’energia innovativo ed ecologico. 

L’energia ha modellato la vita sulla Terra, le civiltà̀ e le società̀ nel corso della Storia, dalla conversione fotosintetica dell’energia solare in biomassa, passando per la combustione fossile, per le centrali idroelettriche, fino all’uso dell’energia atomica dalla metà del XX secolo attraverso la fissione nucleare – processo mediante il quale i neutroni rilasciati dagli atomi fanno bollire l’acqua utilizzata per generare elettricità̀ nelle turbine. L’ambito energetico è stato sempre oggetto di indagine umana nel Nord e nel Sud del mondo e nei mondi indigeni. Il termine greco ἐνέργεια (energeia), adottato per la prima volta da Aristotele, deriva dall’uso precedente del termine ἔργον (ergon) che significa “attivo, operante”, preceduto da en- che significa “a” o “verso”. Fu usato per la prima volta da Eraclito e dai presocratici per connotare il fuoco come fonte primaria di azione. Nella sua Fisica, Eraclito considerava Energon il creatore di tutta la vita su Gaia.

L’energia è prodotta da un vortice di forze animali, vegetali e fisiche. Tuttavia, le attuali forme di produzione e consumo umano di energia stanno portando alla distruzione del mondo. L’energia pulita è la base su cui dovrebbe poggiare il nostro futuro, ma l’elettricità̀ dipende ancora da batterie e forme di stoccaggio altamente inquinanti. Come far fronte alla conservazione di energia? Che dire dell’eccesso di energia non sfruttata, che si accumula sotto forma di calore nel nostro pianeta? Come trasmetterla o farla diventare forma di vita per altri esseri? Nell’immaginare forme di stoccaggio energetico su vasta scala, essenziali per i nostri dispositivi tecnologici, si potrebbe prendere ispirazione dal comportamento delle piante “iperaccumulatrici” o da pratiche come l’agromining e il phytomining, in grado di ridurre i gas serra e l’inquinamento idrico, sottoprodotti dell’estrazione di minerali. Quello che sembra avvenire oggi è un ripensamento dei paradigmi energetici: dalla termodinamica classica – per la quale la posta in gioco è il mantenimento di un equilibrio – alla alchimia – dove ogni essere vivente e non vivente è potenzialmente in grado di immagazzinare, rilasciare e moltiplicare l’energia ricevuta. L’economia energetica contemporanea potrebbe anche essere descritta nei termini di una forma di cibernetica totalizzante. Quest’ultima è basata su scambi perpetui di energia umana che, estratta come fosse petrolio o gas da ogni attività̀ cognitiva e digitale attraverso funzioni algoritmiche, è diventata ormai una valuta finanziaria.

Infatti, l’attuale abbandono delle energie dei combustibili fossili e la loro graduale sostituzione con le energie rinnovabili sembrano coincidere storicastoricamente con la smaterializzazione del denaro e la sua parziale sostituzione con le valute digitali, la cui produzione dipende principalmente dall’energia. L’estrazione tradizionale di combustibili fossili e minerali è attualmente accompagnata dall’estrazione di criptovalute, non a caso definite nuove forme di “gas”. Ciò̀ che è essenziale nella produzione di una criptovaluta, ovvero una valuta digitale generata attraverso computer che risolvono problemi matematici, è l’energia che alimenta i server. A causa della sua dipendenza dall’energia, la produzione di capitale attraverso l’estrazione di criptovalute è diventata una corsa alle fonti più̀ economiche per alimentare le cosiddette digital farm. Tale produzione di capitale estrattivista ad alta intensità̀ energetica cui assistiamo nel Nord globale ha ripercussioni ambientali nei Paesi del Sud globale.

 Poiché́ la crisi climatica globale costringe a decarbonizzare e ad affrancarsi dai combustibili fossili, quali possono essere le soluzioni energetiche pulite per mitigare la crisi climatica? Sebbene la produzione e l’uso di energia solare, eolica e idrica sia aumentata negli ultimi decenni, queste forme di energia sostenibile non sembrano essere da sole sufficienti. Recenti ricerche puntano, controintuitivamente, a nuove forme di energia nucleare prodotte utilizzando scorie nucleari come combustibile. I ricercatori del settore sostengono che la fissione nucleare potrebbe co-sostenere il futuro dei sistemi di energia pulita a livello globale. Tuttavia, anche se l’energia nucleare ha statisticamente un impatto inferiore sull’ambiente rispetto ai combustibili fossili, la paura di incidenti nucleari è ancora viva nel dibattito internazionale scientifico, umanistico e artistico. Può̀ quest’ultima essere causata dall’associazione dell’energia nucleare ai danni provocati dai test militari, che hanno devastato ambiente e comunità̀ in luoghi in cui gli esperimenti atomici sono stati più̀ frequenti a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso?

La memoria storica di queste attività militari si trova attualmente a fare i conti con la concreta possibilità̀ che la transizione nucleare sia un’opzione energetica circolare, controllata e perseguibile contro il collasso climatico. Avvalorano questa ipotesi le più̀ recenti tecnologie dei reattori di nuova generazione e le ricerche su combustibili a base di rifiuti radioattivi (plutonio e uranio impoverito), che riutilizzano non solo gli scarti prodotti dagli stessi reattori, ma anche quelli di altri reattori non di quarta generazione.

Settant’anni di esperienza nel funzionamento dei reattori nucleari hanno dimostrato che è persino possibile utilizzare le scorie nucleari radioattive già̀ esistenti da combustibili nucleari dismessi o bombe per produrre energia nucleare per centinaia di anni senza estrarre altri minerali come l’uranio dalla terra, e farlo a costi competitivi. Una reazione nucleare fornisce 1 milione di volte più̀ energia di qualsiasi reazione chimica e trovare modi per utilizzare questa energia può̀ fornire ciò̀ che è necessario per le generazioni a venire senza impattare sul nostro pianeta producendo anidride carbonica, principale causa del surriscaldamento terrestre.

Ma si può̀ davvero non tenere conto della paura del nucleare, declinatasi in scenari letterari fantascientifici, nei movimenti attivisti per il disarmo atomico e nei movimenti artistici come Arte nucleare a partire dalla seconda metà del XX secolo e oggi amplificata dalla reiterazione di minacce di guerre atomiche?  L’Arte nucleare ha influenzato in maniera indiretta anche l’Arte povera, nei termini di una nuova sensibilità̀ verso l’ambiente ma anche di flussi di energia che, scaturendo dalla Terra, rendono continuamente mutevole la materia di cui le opere di Gilberto Zorio, Giovanni Anselmo e Mario Merz, tra gli altri, si compongono. Abbracciando il modo in cui le particelle subatomiche degli atomi si scontrano, questi artisti hanno reso manifesta l’energia latente nel mondo, incorporando nella loro ricerca la tensione tra natura e cultura. La loro sperimentazione è il preludio di pratiche artistiche contemporanee che si interrogano sulla crisi climatica, sulle coscienze non umane, sulle energie biologiche e computazionali. Il sublime nucleare e la malinconia nucleare attraversano oggi le opere di artisti come Adrián Villar Rojas, Himali Singh Soin, Lea Porsager, Sophie Cundale e Renato Leotta.

 Ciò̀ che rende particolarmente urgenti queste considerazioni sull’energia è il contesto della corrente crisi energetica globale,  all’indomani della pandemia di COVID-19 e aggravata in Europa dalla minaccia di un embargo energetico dovuto alla guerra in Ucraina. Ciò̀ ha portato a speculazioni, aumento dei prezzi nei mercati del petrolio, del gas e dell’elettricità̀, e inflazione. La crisi energetica, combinata alla crisi climatica, si sta trasformando rapidamente e una transizione verso fonti energetiche alternative a combustibili fossili senza carbonio non è più̀ posticipabile. Il tema dell’energia va affrontato considerando anche quelle economie emergenti che attualmente affrontano una duplice sfida energetica: soddisfare i bisogni di miliardi di persone che ancora non hanno accesso a servizi energetici di base e partecipare contemporaneamente a una transizione verso sistemi energetici a zero emissioni di carbonio per il bene dell’intero pianeta.

Carolyn Christov-Bakargiev, Agnieszka Kurant

Il progetto è sostenuto e co-ospitato da

Si ringrazia Stefano Buono per il sostegno all’evento

Le attività del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea sono primariamente sostenute da

Le attività del CRRI – Centro di Ricerca Castello di Rivoli sono sostenute da

Paola Antonelli (Sassari, 1963) è Senior Curator del dipartimento di Architettura e Design nonché Founding Director della ricerca e dello sviluppo del MoMA di New York. La sua ricerca si incentra sul design e le molteplici forme che può assumere, espandendone la portata per includere oggetti e pratiche meno conosciute, dall’architettura ai videogiochi. Nelle sue mostre, conferenze e scritti, Antonelli esplora l’intersezione e l’interazione tra design, tecnologia e biologia, arrivando a toccare la cultura popolare e la vita degli individui, delle comunità, delle specie più che umane e dei pianeti. Il suo obiettivo è promuovere la comprensione del design e la sua influenza positiva sul mondo.

Luciano Cinotti (Cerreto Guidi, 1949) è un ingegnere nucleare e uno dei massimi esperti nelle tecnologie dei reattori veloci. Ha guidato le attività di Ansaldo Nucleare per il reattore veloce europeo migliorato e per i reattori innovativi PIUS e PRISM, progettando anche ISIS, un reattore completamente passivo per la generazione combinata di elettricità e calore. Rappresentante Euratom e Presidente del comitato direttivo Lead Fast Reactors del forum internazionale di quarta generazione, dal suo inizio fino al 2010, è anche autore della maggior parte dei brevetti mondiali relativi a LFR. Attualmente è Direttore Scientifico della società di tecnologia nucleare newcleo.

Emanuele Coccia è professore associato presso l’École des hautes études en sciences sociales. È stato Visiting Professor presso l’Università di Buenos Aires; Università della Columbia; Harvard; tra le altre. È autore di Filosofia della casa. Lo spazio domestico e la felicità (Einaudi, 2021), Métamorphoses (Rivages, 2020), The Life of Plants: A Metaphysics of Mixture (Politi Press, 2018), Sensible Life: A Micro-ontology of the Image (Fordham University Press, 2016); co-autore di Modern Alchemy con Viviane (JBE Books, 2022). Ha co- diretto e coprodotto i video di animazione Quercus con Formafantasma (2019), Heaven in Matter con Faye Formisano (2021), Portal of Mysteries con Dotdotdot (2022); ha scritto opere teatrali con Frédérique Aït Touati e Duncan Evenou (2022 e 2023); ha coprodotto La Chambre des mémoires à-veniré (2023); ha contribuito a Nous les Arbres (2019) presso la Fondation Cartier pour l’art contemporain; ha curato i cataloghi della Triennale di Milano (2023). Sta scrivendo un lavoro a quattro mani su moda e filosofia con Alessandro Michele.

Beatriz Colomina (Madrid, 1952) è Howard Crosby Butler Professor of Architecture alla Princeton University. I suoi libri includono X-Ray Architecture (Lars Müller Publishers, 2019), Domesticity at War (The MIT Press, 2007) e Privacy and Publicity: Modern Architecture as Media (The MIT Press, 1996). In Are We Human? Notes on an Archaeology of Design (Lars Müller Publishers, 2016), Colomina e Mark Wigley esplorano il modo in cui la specie umana è radicalmente ridisegnata dalle sue tecnologie. In questo senso, le scorie nucleari e la ridistribuzione dell’energia sono affrontate in relazione all’atteggiamento controintuitivo della specie umana di progettare la propria estinzione. Colomina e Wigley riflettono sul senso di urgenza che si è diffuso nella comunità del design e negli anni del dopoguerra, studiando ilconcetto di sopravvivenza attraverso nuovi tipi di design e contro-design.

Kate Crawford (Sidney, 1976) è una studiosa che si occupa delle implicazioni sociali dell’intelligenza artificiale. Il suo lavoro si incentra sulla comprensione dei sistemi di dati su larga scala e sull’apprendimento delle IA nel contesto storico ed ecologico. È Senior Principal Researcher presso Microsoft Research New York, Research Professor of Communication and STS presso USC Annenberg e Visiting Chair for AI and Justice presso l’École Normale Supérieure di Parigi. Il suo ultimo libro è Atlas of AI (Yale University Press, 2021) esamina l’IA ricordando che essa non riguarda solo i big data e l’apprendimento, ma anche il mondo naturale.

Sophie Cundale (Londra, 1987) è un’artista e regista che attualmente sta lavorando a Half Life, un romanzo su una donna che si innamora di scorie nucleari. L’intreccio di materia nucleare e appetiti sensuali si collega a temi come l’auto-avvelenamento, i disordini alimentari e la dipendenza da sostanze tossiche, ma svela anche un’attrazione per i lati meno esplorati dell’energia. La sua prima personale è stata congiuntamente presentata presso la South London Gallery e presso la Bonington Gallery (2020). Le sue opere sono state presentate a Plaza Plaza, Londra; Galleria Kapp Kapp, Filadelfia; Galleria temporanea, Colonia; Spike Isola, Bristol; Galleria Govett-Brewster, Nuova Zelanda; Catalyst Arts, festival AMINI, Belfast; Festival VCD, Pechino; Galleria Chisenhale, Londra; Biennale di Innsbruck, Austria; e commissionato da Serpentine Galleries.

Agnieszka Kurant (Łódź, 1978) è un’artista che analizza le intelligenze collettive non umane, le condizioni di lavoro e le forme di sfruttamento nel sistema capitalista. Le sue mostre personali sono state presentate presso Hannover Kunstverein (2023); Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea (2021-22); SculptureCenter (2013). Le sue installazioni site-specific sono state commissionate da Guggenheim Museum (2015); MIT List Visual Arts Center, Cambridge. Ha rappresentato il Padiglione della Polonia alla 12. Biennale di Architettura di Venezia con Aleksandra Wasikowska (2010). Le sue opere sono state presentate anche in mostre collettive presso MoMA; Centre Pompidou; Palais de Tokyo; Guggenheim Bilbao; CAPC Bordeaux; Kunsthalle Wien; Witte de With; Whitechapel Art Gallery; The Kitchen; Triennale di Milano, tra le altre istituzioni.

Sam Lewitt (Los Angeles, 1981) indaga sistemi di significato – archivi, mezzi di comunicazione e tecnologie – così come si manifestano materialmente, inquadrati dalle istituzioni e interpretati dai soggetti. Lewitt scava strutture industriali, commerciali ed educative per scoprire le condizioni della loro produzione e il loro rapporto con il contesto in cui sono emerse. Opere come CURE (the Work), z33 House of Contemporary Art (2021), More Heat Than Light, Kunsthalle Basel e CCA Wattis (2016) e Stranded Assets, 57. Biennale di Venezia (2017) ampliano l’indagine sul metabolismo dell’energia. In particolare, Stranded Assets emerge da un insieme di lampade ritrovate nella tromba delle scale della centrale termoelettrica Giuseppe Volpi, recentemente dismessa, nel porto industriale di Marghera, a Venezia.

Michael Marder (Mosca, 1980) è Ikerbasque Research Professor of Philosophy presso l’Università dei Paesi Baschi, UPV/EHU, Vitoria-Gasteiz. Il suo lavoro abbraccia i campi della filosofia ambientale e del pensiero ecologico, della teoria politica e della fenomenologia. Ha insegnato in diverse università negli Stati Uniti e in Canada, tra cui la Georgetown University, la George Washington University, la Duquesne University, l’Università di Toronto e l’Università del Saskatchewan. I suoi ultimi libri includono The Phoenix Complex: A Philosophy of Nature (MIT Press, 2023) e, con Edward S. Casey, Plants in Place: A Phenomenology of the Vegetal (Columbia University Press, 2023). Marder sta attualmente lavorando alla pubblicazione Metamorphoses Reimagined (Columbia University Press, 2024).

Lea Porsager (Frederikssund, 1981) è un’artista interessata alla fisica quantistica, alle pratiche tantriche e alle teorie femministe. Intreccia speculazione e materializzazione all’interno di una varietà di formati, tra cui film, scultura e testo. Ha ottenuto di recente la Mads Øvlisen Postdoc Fellowship (2023). Ha collaborato anche con Arts at CERN per CØSMIC STRIKE, progetto per il quale ha ricevuto una menzione d’onore in occasione del Collide International Award (2018). Nello stesso anno, Porsager ha presentato a Stoccolma Gravitational Ripples, un progetto per commemorare le vite svedesi perse nello tsunami del 2004 nel Sud- est asiatico. Le sue mostre personali sono state presentate presso Kunsthal Charlottenborg, Copenhagen (2021); Moderna Museet di Stoccolma (2020-21). Ha partecipato a dOCUMENTA (13) e alla 14. Biennale di Istanbul. Porsager è attualmente impegnata in commissioni di arte pubblica in Danimarca, Norvegia e Svezia.

Federico Ronchetti (Tivoli, 1966) è un fisico nucleare del CERN, specializzato nello sviluppo, nella produzione e nelle operazioni di rivelatori per grandi esperimenti HEP. Negli anni ha accumulato una vasta esperienza con sistemi di acquisizione dati, sistemi di trigger hardware e software e programmazione per calcolo scientifico. Ha coordinato le operazioni di presa dati del progetto ALICE del CERN in momenti critici, ossia dopo i principali upgrade dei rivelatori e dell’acceleratore LHC. Attualmente è coordinatore tecnico al CERN di una farm di calcolo parallelo composta da 2800 unità GPU usata per la compressione e l’elaborazione sincrona dei dati registrati dal rivelatore ALICE. A ciò unisce il suo impegno per la divulgazione scientifica per il grande pubblico.

Himali Singh Soin (Delhi, 1987) è un’artista e una scrittrice, che si serve di metafore prese in prestito dall’ambiente per creare cosmologie speculative in grado di rivelare intrecci non lineari tra vita umana e non umana. Soin esplora una miriade di tecnologie del sapere, dai processi scientifici a quelli alchemici. Le ispirazioni sono gli antichi stoici e la letteratura contemporanea, i diari di viaggio e gli antichi diagrammi. Attraverso film, parole, performance, poesia epistolare, animazione, musica, ceramica e tessuti, Soin intreccia concetti e narrazioni complesse. Soin si è esibita e ha esposto presso l’Art Institute di Chicago; Serpentine Galleries; Dhaka Art Summit; Somerset House; HKW. Soin è stata premiata con l’India Foundation for the Arts Award e il Frieze Artist Award.

Bruce Sterling (Brownsville, 1954) è uno scrittore di fantascienza, critico della rete e teorico del cyberspazio emerso come sostenitore del sottogenere noto come steampunk. Insieme a William Gibson, un’altra delle maggiori figure del cyberpunk, Sterling è stato co-autore del romanzo The Difference Engine (Victor Gollancz Ltd, 1990), una narrazione speculativa ambientata nella Londra del 1855 anacronisticamente avanzata. Firmando con il suo pseudonimo, nel 2015 ha pubblicato un’antologia di storie ambientate a Torino dal titolo Utopia pirata – i racconti di Bruno Argento (Mondadori, 2015), dove convergono gli hacker di una città parallela, che tentano la conquista del mondo in una tumultuosa

Ersilia Vaudo (Gaeta, 1963) è laureata in Astrofisica e dal 1991 lavora all’Agenzia Spaziale Europea. Durante la sua carriera, ha ricoperto vari ruoli, soprattutto in ambito di strategia, ed ha lavorato vari anni all’ufficio dell’ESA di Washington DC, dove era incaricata delle relazioni con la NASA. È stata la Curatrice della XXII Esposizione Internazionale della Triennale di Milano sul tema Unknown Unknowns. An introduction to mysteries (2022). Vaudo è Presidente e co-fondatrice dell’associazione Il Cielo itinerante per promuovere l’alfabetizzazione STEM portando “il cielo dove non arriva”, con un telescopio sopra un pulmino e campi STEM, tra bambini e bambine in zone di disagio e povertà educativa. Nel 2023 ha pubblicato con Einaudi Mirabilis. Cinque intuizioni (più altre in arrivo) che hanno rivoluzionato la nostra idea di Universo.

Adrián Villar Rojas (Rosario, 1980) è un artista che concepisce progetti collettivi a lungo termine che prendono la forma di ambienti site-specific su vasta scala. La sua pratica mescola scultura, disegno, video, letteratura e performance, esplorando la natura fragile e temporanea della civiltà umana e provando a metterla in dialogo con l’oltre umano. Le sue mostre recenti includono The End of Imagination, Art Gallery of New South Wales, Sydney (2022); El fin de la imaginación, The Bass, Miami (2022); Poems for Earthlings,Oude Kerk, Amsterdam (2019); The Theatre of Disappearance, The Geffen Contemporary al Moca, Los Angeles (2017); NEON all’Osservatorio Nazionale di Atene, Grecia (2017); e le sue installazioni sono state presentate al Kunsthaus Bregenz (2017); al MET (2017); tra le altre istituzioni.

Mark Wigley (Palmerston North, 1959) è professore di architettura alla Columbia University. I suoi libri includono Konrad Wachsmann’s Television: Post-Architectural Transmissions (Sternberg Press, 2021), Cutting Matta-Clark: The Anarchitecture Investigation (Lars Müller Publishers, 2018) e Buckminster Fuller Inc.: Architecture in the Age of Radio (Lars Müller Publishers, 2015). Nel libro Are We Human? Notes on an Archaeology of Design (Lars Müller Publishers, 2016), Wigley e Beatriz Colomina esplorano il modo in cui la specie umana è radicalmente ridisegnata dalle sue tecnologie. In questo senso, la questione delle scorie nucleari e della distribuzione dell’energia nucleare è affrontata in relazione all’atteggiamento controintuitivo della specie umana di estinguersi: abbiamo essenzialmente progettato la nostra dipartita. Sulla scia di queste considerazioni, Colomina e Wigley riflettono sul senso di urgenza che si è diffuso nella comunità del design e negli anni del dopoguerra, studiando il concetto di sopravvivenza attraverso nuovi tipi di design e contro-design.