Susan Philipsz: Un canto una parte A CIELO APERTO 2022

4 opere d’Arte Contemporanea per i 30 anni della Fondazione CRC

Artisti: Susan Philipsz; Olafur Eliasson; Michelangelo Pistoletto; Otobong Nkanga

Luoghi: Mondovì; Grinzane Cavour; Cuneo; Bra

Progetto di committenza di arte pubblica della Fondazione CRC realizzato in collaborazione con il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. A cura di Carolyn Christov-Bakargiev con la collaborazione di Marcella Beccaria e Marianna Vecellio

Descrizione

A CIELO APERTO 2022 rinnova la lunga e proficua collaborazione costruita negli anni con il Castello di Rivoli e ci offre l’opportunità di portare in provincia di Cuneo le opere di quattro grandissimi artisti internazionali. Un’operazione culturale unica, promossa per celebrare i 30 anni di vita della Fondazione CRC.

Ezio Raviola

A CIELO APERTO 2022. 4 opere d’Arte Contemporanea per i 30 anni della Fondazione CRC ha la curatela scientifica e il supporto tecnico del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.

Giunto al terzo appuntamento, il progetto si arricchisce della nuova installazione sonora A Song A Part / Un canto una parte, 2022, di Susan Philipsz. L’appuntamento segue le presentazioni delle opere Il Terzo Paradiso dei Talenti, 2022, di Michelangelo Pistoletto a Cuneo e The presence of absence pavilion, 2019-2022, di Olafur Eliasson al Castello di Grinzane Cavour e precede la presentazione dell’opera di Otobong Nkanga a Bra.

L’opera di Philipsz si basa su due canti di Maddalena Casulana (1544-1590), toccando i temi della separazione e del desiderio di ricongiungimento. Maddalena Casulana è la prima compositrice donna nella storia della musica occidentale ad aver fatto stampare e pubblicare un intero libro della sua musica. Nel XV e XVI secolo, la musica polifonica era scritta a mano o stampata in quaderni, con ciascuna parte che appariva separatamente. La partitura del Canto da Il primo libro de madrigali a quattro voci di Casulana del 1568 è stata recentemente scoperta, da sola, nella Biblioteca Civica di Cuneo, non lontano da Mondovì.

Philipsz ha scelto di cantare due canzoni diverse da questo libro e le ha registrate in modo che le parole diventino toni astratti. Le registrazioni, separate, vengono riprodotte da due altoparlanti differenti, allestiti all’ingresso del museo: le canzoni sono predisposte per suonare simultaneamente, in modo che si fondano e si sovrappongano creando dissonanza e armonia. La scelta di creare un’opera in omaggio a Maddalena Casulana per il Museo Civico della Stampa risulta essere di particolare importanza, soprattuto pensando al fatto che un libro di musica, separato dalle altre parti di una composizione e conservato in una biblioteca locale, riporti alla mente temi di separazione e lontananza che l’artista pensa risuonino e riverberino in maniera profonda in questa ex scuola per ragazze orfane.

Altre opere


Olafur Eliasson
The presence of absence pavilion, 2019, veduta installazione, Tate Modern, Londra Foto Anders Sune Berg
© Olafur Eliasson
Michelangelo PistolettoTerzo Paradiso, 2022, rendering dell’opera
Courtesy l’artista
Otobong NkangaCorde che si arricciano attorno alle montagne, 2021-2022, dettaglio dell’installazione, Castello di Rivoli Museo d’Arte | Contemporanea Rivoli-Torino | Foto Andrea Guermani | Courtesy l’artista e Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea Rivoli-Torino

A CIELO APERTO 2022 è un progetto articolato in 4 commissioni di arte pubblica affidate a 4 importanti artisti internazionali collocate in 4 luoghi d’elezione – Mondovì, Cuneo, Alba e Bra – del territorio cuneese in cui opera la Fondazione CRC. Il progetto fa parte del programma La generazione delle idee, realizzato dalla Fondazione CRC per celebrare i suoi 30 anni di vita, ed è pensato per essere fruito dalla collettività in una dimensione di rinnovata libertà e all’aria aperta.

L’opera di Olafur Eliasson The presence of absence pavilion consiste in una scultura in bronzo scavata all’interno a rappresentare il vuoto prodotto dallo scioglimento di un ghiacciaio, chiaro riferimento alla crisi ecologica e al riscaldamento del pianeta, è stata realizzata dalla fusione di un blocco di ghiaccio proveniente dal fiordo di Nuup Kangerlua, al largo della costa della Groenlandia. La scultura rimanda allo scioglimento della calotta glaciale che, a causa del riscaldamento globale, perde ogni minuto decine di migliaia di blocchi simili. Il ghiaccio ormai sciolto è presente solo come assenza o come ricordo. L’opera sarà collocata sul prato al lato del Castello di Grinzane Cavour, non lontano dalla vigna appartenente alla Fondazione CRC, creando un dialogo tra l’azione di erosione dell’acqua sulle colline che ha creato la valle, e lo scioglimento dei ghiacciai.

L’opera di Michelangelo Pistoletto Terzo Paradiso dei Talenti promuove l’idea di partecipazione della comunità, talento dei giovani e lavoro collettivo. È stata realizzata con il contributo delle comunità locali e in particolare attraverso la combinazione di 122 disegni realizzati da bambini e raccolti dal Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli in sinergia con diversi attori della Città di Cuneo tra i quali l’Ambasciata del Terzo Paradiso. IlTerzo Paradiso è un insieme di opere e azioni, talvolta temporanee e sempre condivise che esprimono l’ulteriore evoluzione della responsabilità dell’artista nei confronti della società. Tra i due cerchi contigui del segno matematico dell’infinito, che indicano i due poli opposti di natura e artificio, l’artista ha inserito un terzo cerchio centrale che rappresenta il grembo generativo di una nuova umanità, ideale superamento del conflitto distruttivo che caratterizza il presente anti-ecologico.

Per la sua nuova opera allestita a Bra, Otobong Nkanga ha disegnato un paesaggio in cui linee curve collegano elementi scultorei dalle forme organiche, quasi antropomorfe, potenziali contenitori di cibo, materiali agricoli e prodotti della terra. La ricerca artistica di Nkanga affronta temi urgenti legati alla crisi ecologica, allo sfruttamento delle risorse e alla sostenibilità, in linea con la filosofia di Slow Food, l’associazione internazionale no-profit nata a Bra nel 1986 dall’intuizione di Carlo Petrini. In questo contesto, il rapporto con il continente africano e la Nigeria, da cui l’artista proviene, rappresenta un punto nodale in quanto permette l’ampliamento dell’immaginario di un futuro sostenibile, dove il Piemonte si relaziona felicemente con località nel Sud del mondo. L’empatica relazione di Nkanga con la terra e l’ambiente produce in chi vive le sue opere una inedita cosmogonia per il futuro.

Biografie

Olafur Eliasson (Copenhagen, 1967, vive e lavora a Berlino) espone al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea nel 1999. Nel 2003 ha rappresentato la Danimarca alla 50a Biennale di Venezia. Nello stesso anno ha installato The weather project nella Turbine Hall di Tate Modern, a Londra. Take your time: Olafur Eliasson, la mostra antologica organizzata da SFMOMA – San Francisco Museum of Modern Art nel 2007, è stata presentata al MoMA – Museum of Modern Art di New York. Nel 2016 Eliasson ha creato una serie di interventi per il palazzo e i giardini di Versailles e ha allestito due mostre su larga scala: Nothingness is not nothing at all, al Long Museum, Shanghai e The Parliament of possibilities, al Leeum, Samsung Museum of Art, Seoul. Green light, un laboratorio artistico, creato in collaborazione con TBA21 offre una risposta alle sfide degli spostamenti di massa e della migrazione. Ospitato da TBA21 a Vienna nel 2016, il progetto ha fatto parte di Viva Arte Viva, la 57a Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, nel 2017. L’installazione site-specific Reality projector è stata inaugurata alla Marciano Art Foundation, Los Angeles, nel marzo 2018, contestualmente alla personale The unspeakable openness of things al Red Brick Art Museum di Pechino. Nel 2019 è stata inaugurata alla Tate Modern di Londra la retrospettiva In real life, presentata l’anno successivo al Guggenheim di Bilbao. Nel 2020 sono state inaugurate le mostre Olafur Eliasson: Symbiotic seeing alla Kunsthaus Zürich e Sometimes the river is the bridge al Museum of Contemporary Art di Tokyo. Nel 2021 l’artista ha presentato Life alla Fondazione Beyeler, Basilea.

Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) inizia a esporre nel 1955 e nel 1960 tiene la sua prima personale alla Galleria Galatea di Torino. Nel biennio 1961-1962 approda alla realizzazione dei Quadri specchianti. Tra il 1965 e il 1966 produce Oggetti in meno. Tra il 1975 e il 1976 realizza Le Stanze. Nel 1978 si ricorda Divisione e moltiplicazione dello specchio e L’arte assume la religione. Nel corso degli anni Novanta, con la creazione a Biella di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto e dell’Università delle Idee, mette l’arte in relazione attiva con i diversi ambiti del tessuto sociale al fine di ispirare e produrre una trasformazione responsabile della società. Nel 2003 è insignito del Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia. Nel 2013 il Museo del Louvre di Parigi ospita la personale Michelangelo Pistoletto. Anneée 1 – Le Paradis sur Terre e lo stesso anno riceve a Tokyo il Praemium Imperiale per la pittura. Nel maggio del 2015 la Universidad de las Artes de L’Avana gli conferisce la laurea honoris causa. Nello stesso anno realizza un’opera di grandi dimensioni, intitolata Rebirth, nel parco del Palazzo delle Nazioni di Ginevra sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Tra il 2018 e il 2020 è attivo in vari paesi dell’America Latina con mostre personali e diverse iniziative legate al Terzo Paradiso.

Otobong Nkanga (Kano, Nigeria, 1974, vive e lavora ad Anversa) ha lavori presenti nelle collezioni di numerose istituzioni internazionali tra cui Centre Pompidou, Parigi; Tate Modern, Londra; Stedelijk Museum, Amsterdam; Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli–Torino e ha esposto in mostre e biennali in tutto il mondo, così come si sono tenute sue mostre personali al Museum of Contemporary Art (MCA) di Chicago (2018), alla Tate Modern e Tate St. Ives, Regno Unito. Le sue mostre personali si sono svolte presso Zeitz Mocaa, Città del Capo e Tate St. Ives, Regno Unito (2019-2020) e Middlesbrough Institute of Modern Art (MIMA), Regno Unito (2020-2021). Nel 2019 ha ricevuto una Menzione Speciale alla 58a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia; le è stato assegnato il Premio per la migliore installazione permanente alla 14 Biennale di Sharjah (con Emeka Ogboh); ha vinto il prestigioso Peter-Weiss-Preis ed è stata inoltre insignita del Flemish Cultural Award for Visual Arts – Ultima. Sempre nel 2019 l’artista è stata la prima destinataria del Lise Wilhelmsen Art Award Programme e nell’autunno del 2020 ha presentato la personale Uncertain Where the Next Wind Blows all’Henie Onstad Kunstsenter di Høvikodden, Norvegia. Nel giugno 2021 l’artista ha presentato al Centre d’art contemporain di Villa Arson a Nizza la retrospettiva When Looking Across the Sea, Do You Dream? organizzata in collaborazione con il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, dove fino al 3 luglio 2022 è in corso la personale Otobong Nkanga. Corde che si arricciano attorno alle montagne.

Susan Philipsz (Glasgow, 1965) usa la voce umana come unico strumento, trasmettendo registrazioni di se stessa che canta canzoni popolari o pop a cappella. Nel novembre 2010 ha dichiarato all’Observer come il passaggio da scultrice a cantante avesse un senso: “Si tratta di come gli effetti emotivi e psicologici del suono possono aumentare la consapevolezza dello spazio in cui ci si trova. […] Sembrava una progressione molto naturale passare dalla scultura al suono”. Philipsz ha realizzato il suo primo lavoro sonoro a Belfast nel 1994. Ma la svolta arriva nel 2000 quando invitata a contribuire con un pezzo alla mostra internazionale Manifesta 3, a Lubiana, in Slovenia. Il suo lavoro è stato presentato in mostre personali presso ICA, Institute of Contemporary Arts, Londra (2008); Wexner Center for the Arts, Ohio State University, Columbus (2009); Museo di Arte Contemporanea, Chicago (2010); e IHME Project 2010, Pro Arte Foundation, Helsinki (2010). Ha inoltre creato le commissioni Carried by Winds, Radcliffe Observatory, Modern Art Oxford, Oxford (2008-2009); Appear to Me (Hazte ver), Monastero di Silo, Burgos (2009); Lowlands, Glasgow International (2010). Il suo lavoro  è stato presentato in numerose mostre collettive tra le quali si ricordano quelle presso Carnegie International, Carnegie Museum of Art, Pittsburgh (2008); Walker Arts Center, Minneapolis (2009); Haunted: Contemporary Photography/Video/Performance, Solomon R. Guggenheim Museum, New York (2010), a cui Philipsz ha contribuito con un’opera commissionata appositamente per la mostra, così come quella presso la Tate Britain, Londra (2010). Nel 2010 ha vinto il Turner Prize. Nel 2012 partecipa a dOCUMENTA (13) a Kassel; successivamente espone al Museum of Modern Art e Carnegie Museum of Art, Pittsburgh (2013), Hamburger Bahnhof, Berlino (2014); Tate Britain, Londra (2015); Kunsthaus Bregenz, (2016); Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea (2019); Kunstmuseum Bonn (2021).

Olafur Eliasson
Foto Lars Borges
© 2020 Olafur Eliasson
Michelangelo Pistoletto
Foto © Stephan Röhl
Courtesy l’artista
Otobong Nkanga
Foto Sebastiano Pellion di Persano 2021
Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
Susan Philipsz
Foto Franziska Sinn
Courtesy l’artista

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