Roni Horn

A cura di Marcella Beccaria

 

Intenzionalmente aperte a più interpretazioni, le opere di Roni Horn (New York, 1955) indagano i sottili processi che portano alla costruzione dell’identità.

L’artista americana fissa nella forma di installazioni, sculture, fotografie o testi, i lievi enigmi percettivi, le ambiguità linguistiche e gli slittamenti semantici che pur appartenendo all’esperienza comune sono spesso tralasciati o ignorati.

Il mutevole paesaggio dell’Islanda è il luogo all’interno del quale Horn situa un’importante parte della propria ricerca, idealmente unificando l’esperienza dell’esplorazione geografica e quella dell’analisi introspettiva. L’installazione fotografica Pi, 1998, è parte di questo lungo percorso che affida la costruzione del significato alla relazione dialettica con ciascun visitatore.

Il ruolo dell’osservatore è fondamentale anche in Still Water (The River Thames, for Example) (Acqua quieta – Il Tamigi, per esempio), 1999, installazione con immagini e testi nati dall’osservazione del Tamigi. Ogni elemento della serie è un primo piano fotografico delle mutevoli acque del fiume, la cui natura l’artista cerca di decifrare attraverso annotazioni, appunti e citazioni letterarie.

Marcella Beccaria