Joseph Beuys

Diviso fra interessi rivolti sia alle scienze naturali che all’arte, il giovane Beuys sceglie la strada della medicina. Dal 1940, dopo essersi arruolato nell’esercito, è impegnato come operatore radio-aereo e come pilota e durante gli anni di servizio sopravvive a incidenti che lasciano numerose ferite. Alla fine del conflitto, viene internato in un campo inglese per prigionieri di guerra e solo dopo diversi mesi, nel 1945, gli è concesso di tornare a Kleve. Il rapporto con le memorie di guerra diventerà un tema ricorrente dalle forti implicazioni simboliche, soprattutto nella presenza del grasso animale e del feltro che si tramuteranno in materiali scultorei a tutti gli effetti – la leggenda vuole infatti che, dopo un atterraggio di fortuna, Beuys fosse raccolto da alcuni nomadi tartari che lo salvarono applicandogli il grasso sul corpo e avvolgendolo nel feltro. Al ritorno dalla guerra, Beuys modifica radicalmente i suoi progetti futuri e decide di frequentare l’Accademia d’arte di Düsseldorf, studiando scultura e diplomandosi nel 1952. Negli anni a seguire inizia una vasta produzione di disegni, mentre cresce il suo interesse per diverse discipline che coprono una vasta area: dalla filosofia alla poesia, alla letteratura, fino a una personale rilettura dell’esoterismo e dello sciamanesimo. Nei primi anni Sessanta Beuys inizia a insegnare all’Accademia, in una particolare congiuntura storica che vede Düsseldorf diventare un centro irradiante per l’arte contemporanea, soprattutto attraverso le figure degli artisti di Fluxus e di Nam June Paik, le cui azioni performative attivano una nuova fluidità tra i già labili confini fra letteratura, musica, arti visive e performance, in una parola: la vita stessa. Beuys, respirando la medesima atmosfera, realizza una serie di “azioni” sviluppando idee riguardo al ruolo sempre più complesso e rilevante che l’arte può avere all’interno della società. I suoi lavori artistici s’ingrandiscono in più vaste e composite installazioni, mentre si interessa a sviluppare nuove relazioni con il pubblico, potenzialmente più vasto, creando edizioni e multipli d’arte, al fine di attivare una vera e propria disseminazione che sia opera democratica di circolazione e diffusione di idee. Ecco dunque che, parallelamente all’attività artistica propriamente detta, cresce un’esigenza di impegnarsi continuativamente nelle opere di fondazione e di sostegno di alcuni gruppi di attivisti politici: da menzionare nel 1970, l’Organizzazione per la Democrazia Diretta attraverso il referendum e nel 1972 la Free International University, interessata alle potenzialità creative presenti in ogni essere umano. Negli ultimi anni della sua vita, sarà fra i fondatori del partito dei Verdi, e il progetto dei 7000 alberi piantati a Kassel per Documenta 7 ne è una illuminante testimonianza. Il senso di profonda urgenza e la sua presenza carismatica, nonché una incrollabile fiducia e apertura al dialogo, riplasmano il suo già poco convenzionale approccio all’arte, procurandogli una fama mondiale testimoniata da una lunga serie di incontri e dibattiti pubblici di cui restano preziose testimonianze registrate. [FB]

Elenco opere

J. Beuys’ Public Dialogue (Dialogo pubblico con Joseph Beuys), 1974
di Willoughby Sharp
video, bianco e nero, sonoro, 120’15”
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
Acquistato con il contributo di Compagnia di San Paolo
Registrato alla New School for Social Research, a New York, questo documento testimonia il primo evento pubblico di Beuys negli Stati Uniti. L’artista presenta le sue teorie sull’arte come scultura sociale, riempiendo nel frattempo tre grandi lavagne con schemi e disegni. Nella registrazione è percepibile la forte tensione fra il pubblico, mano a mano che Beuys procede con le sue spiegazioni.

A Conversation (Una conversazione), 1974
in collaborazione con Nam June Paik e Douglas Davis
video, bianco e nero, sonoro, 34′
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
Acquistato con il contributo di Compagnia di San Paolo
Incentrata su una conversazione fra Beuys, Douglas Davis e Nam June Paik presso la galleria Ronald Feldman Fine Arts a New York nel 1974, questa preziosa registrazione mostra la discussione attorno alle idee e alle speranze connesse alle possibilità per un artista di usare la tecnologia satellitare. Tre anni dopo, nel 1977, per Documenta 6 a Kassel, i tre artisti realizzeranno la prima trasmissione via satellite in un comune progetto collaborativo.

Willoughby Sharp Videoviews Joseph Beuys (Willoughby Sharp videointervista Joseph Beuys), 1975
di Willoughby Sharp
video, bianco e nero, sonoro, 27’45”
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
Acquistato con il contributo di Compagnia di San Paolo
In questo ritratto-intervista curato da uno dei più importanti critici del tempo, Beuys espone alcuni dei suoi concetti fondamentali riguardanti la vita, la pratica artistica e il lavoro.

Documenta 6 Satellite Telecast (Trasmissione via satellite da Documenta 6), 1977
in collaborazione con Nam June Paik e Douglas Davis
video, colore, sonoro, 30′
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
Acquistato con il contributo di Compagnia di San Paolo
Nel corso di una trasmissione condivisa da venticinque stati, sono presentate performance di Nam June Paik, Joseph Beuys e Douglas Davis. Paik e Charlotte Moorman offrono dal vivo a Kassel alcuni classici Fluxus, fra cui TV Bra (TV Reggiseno), TV Cello (TV Violoncello) e TV Bed (TV Letto). Musica e performance – via video televisivo – formano la base di questo incredibile omaggio alla comunicazione dell’epoca globale. Sempre da Kassel, Beuys si rivolge direttamente al pubblico, spiegando le sue teorie di un’arte come “scultura sociale”. Infine da Caracas, in Venezuela, Davis esegue The Last Nine Minutes (Gli ultimi nove minuti), un pezzo di carattere partecipatorio nel quale utilizza la distanza spazio-temporale che lo separa dal pubblico della televisione.

Dialogue with Audience (Dialogo con l’uditorio), 1980
in collaborazione con Gianfranco Mantegna
video, bianco e nero, colore, sonoro, 50’19”
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
Acquistato con il contributo di Compagnia di San Paolo
Questa registrazione presenta l’incontro, con relativa discussione, tenutosi fra Beuys e il pubblico convenuto alla Cooper Union di New York, il 7 gennaio 1980.